RUSSIA. Al via nuovo pacchetto di sanzioni Ue: Mosca interviene su tessile e automobili

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cremlinoL’Unione europea ha dato oggi ufficialmente il via ad un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, paese che ancora occupa la Penisola della Crimea e che detiene ancora militari nella regione del Donbass, nonostante in larga parte siano stati ritirati.
In una nota del presidente Herman Van Rompuy si legge che “Allo stesso tempo, la mia idea è che il Comitato dei rappresentanti permanenti, cioè il Coreper, presenti entro la fine del mese una revisione completa dell’attuazione del piano di pace sulla base di una valutazione effettuata dal Servizio europeo di azione esterna. Abbiamo già sottolineato la reversibilità e la possibilità di aumentare le nostre misure restrittive e quindi, alla luce della revisione e se la situazione sul terreno lo consente, la Commissione e il Seae sono invitati a farsi avanti con proposte per modificare, sospendere o abrogare il pacchetto di sanzioni in vigore, completamente o solo in parte”.
La Russia in particolare teme che si possa arrivare a sanzioni che riguardino la vendita di gas all’Europa, cliente per eccellenza con i suoi 130 mld di dollari all’anno, contro i 14 miliardi previsti dal nuovo contratto di fornitura con la Cina (430 mld in 30 anni), tra l’altro non ancora partiti.
Per questo Mosca ora tenta di rispondere con l’interdizione dell’import di automobili e di tessile, mentre nelle scorse settimane aveva colpito il settore agroalimentare.
Al momento sembra accantonata l’ipotesi di interdizione del sorvolo del proprio spazio aereo rivolta alle compagnie aeree europee minacciata qualche giorno fa, anche perché l’Unione europea avrebbe di fatto messo in ginocchio la Aeroflot e le compagnie collegate rispondendo allo stesso modo.
Il consigliere economico del Cremlino, Andrei Belousov, ha detto che “Il ministero dello Sviluppo economico, a quanto so, ha già preparato una lista di questi articoli (tessile e prodotti leggeri, ndr.), tuttavia spero che prevalga il buon senso e che non saremo costretti a introdurre tali misure di ritorsione”.