RUSSIA. Due mesi ai Greenpeace che si sono avvicinati alla piattaforma. Fra loro il napoletano D’Alessandro

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russia piattaformaE’ costato caro agli attivisti di Greenpeace l’atto dimostrativo di avvicinamento alla piattaforma petrolifera russa Prirazlomnaya, di proprietà di Gazprom, situata a nord della Russia nel Circolo polare Artico, nel mar di Pecora: il Tribunale distrettuale Leninksy di Murmansk ha infatti condannato a due mesi di carcere i 22 attivisti che il 18 settembre scorso si erano portati sotto l’impianto (due di loro, uno svizzero ed un finlandese, avevano cercato di arrampicarsi sulla parete d’acciaio) a bordo del rompighiaccio Arctic Sunrise ed erano stati respinti con gli idranti e con colpi di arma da fuoco sparati in acqua; l’imbarcazione, che ora è posta sotto sequestro dalle autorità russe ed ancorata nella baia di Kola, nel mare di Barents, batteva bandiera olandese, motivo per cui il ministro degli Esteri Serghei Lavrov aveva immediatamente convocato l’ambasciatore Olandese a Mosca Ron Van Dartel.
Fra i condannati anche il 32enne napoletano Christian d’Alessandro, mentre per altri otto attivisti vi è stato il prolungamento del fermo per altre 72 ore.
Tutto sommato è andata loro anche bene, perché in un primo momento si era parlato dell’accusa di pirateria, la quale prevede fino a 15 anni di reclusione.
I siti Gazeta.ru, Lenta.ru, quelli dell’emittente radiofonica ‘Eco di Mosca’ e del giornale ‘Russky Reporter’ per alcune ore oggi oscureranno le foto dell’azione in segno di protesta, in quanto fra i condannati a due mesi vi è anche il noto fotoreporter Denis Sinyakov, del ‘Russky Reporter’: Sinyakov stava infatti semplicemente documentando l’azione di protesta degli ecologisti per il sito di informazione Lenta.ru, che gli aveva assegnato l’incarico.