Russia. Geopolitica della banca islamica

di Giuliano Bifolchi * –

Dal 1 febbraio 2023 il Cremlino lancerà un progetto volto a implementare i prodotti finanziari islamici in Russia con il fine ultimo di sostenere l’economia nazionale, attrarre investitori stranieri dal mondo arabo-musulmano e contrastare le conseguenze delle sanzioni occidentali imposte a causa del conflitto ucraino.
Nell’agosto 2022 la Banca centrale russa aveva dichiarato che avrebbe lanciato per quest’anno un progetto pilota sulle banche islamiche in Cecenia e Dagestan. Nel settembre 2022 la Duma di Stato ha approvato la prima lettura del progetto di legge sull’implementazione pilota del sistema bancario islamico in Cecenia, Dagestan, Tatarstan e Bashkortostan.
Negli ultimi anni fonti locali russe avevano riportato più volte la notizia sulla possibilità che il governo russo accogliesse la banca islamica nel paese. Quanto deciso recentemente dal Cremlino rispecchia la realtà di un Paese dove l’Islam è la seconda religione maggiormente professata: secondo i dati ufficiali e un sondaggio nazionale infatti il numero dei musulmani in Russia sarebbe di circa 20 milioni di fedeli. Nella capitale Mosca ci sono quattro moschee, mentre in tutto il Paese il numero delle moschee è di circa 8mila. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato più volte che la Russia è un paese musulmano divenuto Stato osservatore nell’Organizzazione per la cooperazione islamica e che l’Islam tradizionale è una parte essenziale della vita spirituale russa.
Unire economia e religione è parte integrante della strategia nazionale di Mosca. La banca islamica rappresenta una significativa opportunità per il mondo imprenditoriale ed economico nazionale. Al mondo ci sono oltre 1500 istituzioni finanziarie islamiche in 80 paesi, e tra il 2012 e il 2019 le attività finanziarie islamiche sono cresciute da 1,7 trilioni di dollari a 2,8 trilioni dollari, dato che si aggiunge a uello di un rapporto del 2020 pubblicato dalla Corporazione Islamica per lo Sviluppo del Settore Privato e Refinitiv (ICD), nel quale si prevede che queste cresceranno fino a raggiungere quasi 3,7 trilioni di dollari entro il 2024.
A supportare l’importanza che il mondo arabo-musulmano ha per la Russia in questo delicato periodo storico è il recente decreto presidenziale firmato da Vladimir Putin in cui si conferma l’organizzazione del forum economico internazionale “Russia-Mondo Islamico: KazanForum” che si terrà nella capitale del Tatarstan dal 18 al 20 maggio 2023 con l’obiettivo di promuovere la cooperazione internazionale tra la Russia e i paesi musulmani.
Considerando il numero in aumento di fedeli musulmani al mondo e la crescita economica di alcune economia del mondo arabo-musulmano, istituire la banca islamica in Russia potrebbe attrarre investitori stranieri utili a supportare i progetti di sviluppo infrastrutturale locali nelle diverse regioni della Russia.
Occorre constatare in effetti che dall’inizio del conflitto ucraino la Federazione Russa ha adottato una politica estera volta ad ampliare le relazioni diplomatiche ed economiche con il Medio Oriente e il mondo arabo-musulmano utilizzando in molteplici casi proprio quelle entità federali amministrative a maggioranza musulmana come ad esempio le repubbliche del Distretto Federale del Caucaso del Nord (DFCN).
Il sistema bancario islamico in Russia potrebbe rafforzare l’economia locale in quelle regioni e territori federali in cui vive la maggior parte dei musulmani russi e non è un caso che il progetto pilota sia stato lanciato in Cecenia, Dagestan, Tatarstan e Bashkortostan.
Sebbene questo non sia il primo tentativo del Paese di introdurre questo sistema bancario, a causa delle sanzioni economiche occidentali contro la Russia, questa volta il Cremlino potrebbe sostenere seriamente la banca islamica all’interno del proprio territorio nazionale come mezzo geopolitico e di contrasto alle pressioni economico-finanziare occidentali. Grazie alle banche islamiche infatti la Russia potrebbe attrarre l’interesse dei paesi e degli investitori musulmani, in particolare le monarchie del Golfo Arabo.

* Articolo in mediapartnership con SpecialEurasia.