Russia. L’ambasciatore Razov, ‘i rapporti con l’Italia? Le crisi vanno e vengono’

Red * –

Alla scadenza del suo mandato in Italia, a fine mese, l’ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana, Sergey Razov, ha concesso oggi una intervista alle agenzie di stampa russe RIA Novosti e TASS. Come è noto gli subentrerà il diplomatico Alexej Paramonov.

– Ambasciatore Razov, l’ultimo periodo del suo lavoro in Italia ha coinciso con una delle fasi più difficili delle relazioni tra i nostri Paesi. Ritiene ora che l’Italia sia interessata a mantenere le relazioni con la Russia? È possibile preservare i canali di comunicazione bilaterali che sussistono da tempo?
Com’è noto, non siamo noi a scegliere il nostro tempo, ma è il tempo a scegliere noi. L’ultimo anno e mezzo è stato effettivamente molto difficile per le relazioni tra i nostri Paesi. Tuttavia ci sono stati tempi peggiori: ricordiamo il coinvolgimento dell’Italia fascista nell’aggressione all’URSS. Sono certo che arriveranno anche tempi migliori, più consoni agli interessi vitali delle nostre due nazioni, alle esigenze di cooperazione economica e di interazione culturale. Tutto sommato, guardo alla situazione con filosofia. Non mi stancherò mai di ripetere: le crisi vanno e vengono, ma gli interessi restano. Negli anni in cui ho lavorato in Italia, sono cambiati sette governi di diverso orientamento politico, con le loro sfumature nella percezione della Russia e i loro approcci specifici alle relazioni con il nostro Paese. Tuttavia, anche nell’ambito della mutevole congiuntura politica, noi qui abbiamo sempre percepito l’atteggiamento gentilmente amichevole degli italiani comuni nei confronti dei nostri cittadini che hanno ricambiato con reciproca simpatia.
Torno alla Sua domanda. Vengono mantenute relazioni interstatali: diplomatiche, economiche, consolari e di altro tipo. Si conservano i canali bilaterali di comunicazione, anche se su scala notevolmente più limitata rispetto al passato”
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– Recentemente il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, durante un incontro con i media stranieri, ha dichiarato che lei starebbe andando un po’ al di là dei suoi compiti di ambasciatore e, non essendo il ministro degli Esteri, starebbe dando valutazioni politiche. Cosa ne pensa?
”I miei compiti di ambasciatore sono sanciti dalla legge federale russa in materia. Cito: “L’ambasciatore è il più alto rappresentante ufficiale della Federazione Russa accreditato nello Stato ospitante che assicura, con i mezzi della diplomazia e del diritto internazionale, l’attuazione della politica estera della Federazione Russa”. Nei miei 30 anni di attività come ambasciatore in vari Paesi, mi sono attenuto rigorosamente a questi requisiti, che implicano direttamente, ne converrà, anche le relative “valutazioni politiche ”.

– A giudicare dalle dichiarazioni dei rappresentanti della leadership italiana, l’Italia è diventata uno dei leader della UE nel congelamento delle proprietà e dei beni degli uomini d’affari russi. Qualche imprenditore nazionale si è rivolto a voi per chiedere aiuto? E come valuta le prospettive di una loro azione legale su questo problema?
”La stampa italiana, citando fonti ufficiali, ha comunicato il sequestro di beni russi in Italia per un valore di 2,8 miliardi di euro. Se questo è vero, l’Italia occuperebbe davvero una posizione egemonica in materia. È difficile valutare come queste azioni illegali possano conciliarsi con le garanzie giuridiche dei diritti alla proprietà privata sancite dalla Costituzione italiana. A quanto pare, le decisioni della UE in materia di sanzioni collettive sono prevalenti rispetto alle leggi italiane.
I cittadini russi non chiedono l’assistenza dell’ambasciata in questo campo. Sono i loro avvocati a occuparsi di questi casi. Non mi pronuncio sulle prospettive di risarcimento che dipendono dalle circostanze di ogni singolo caso e, naturalmente, dalla situazione politica generale ”
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– La situazione del turismo è notevolmente peggiorata, ma l’imprenditoria italiana continua a lavorare in Russia e a mostrare interesse per gli investimenti nel nostro Paese? Quanto gravi sono gli ostacoli posti dalla burocrazia europea per farlo?
”Nei migliori anni “pre-covid”, sono arrivati in Italia fino a 800mila cittadini russi. L’anno scorso questa cifra è scesa di un ordine di grandezza.
Le sanzioni imposte dalla UE alla Russia hanno esercitato un impatto negativo sullo stato generale della cooperazione commerciale, economica e finanziaria tra i nostri Paesi e sull’attività della comunità imprenditoriale italiana. Alcune aziende hanno lasciato la Russia, ma molte sono rimaste, non volendo perdere le opportunità di un’attività operativa molto redditizia sul mercato russo né i legami costruiti nei decenni con i partner russi. Di conseguenza, le esportazioni italiane in Russia sono in calo. Le importazioni dalla Russia, che fino a poco tempo fa fino all’80% erano costituite dalle forniture energetiche, sono le più colpite dalle misure restrittive collettive della burocrazia europea. La quota di gas naturale russo, che rappresentava il 40% del fabbisogno d’importazione italiano, è scesa al 10% ”
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– Lei è ambasciatore della Russia in Italia da quasi 10 anni. Come è cambiato questo Paese in questo periodo? Come si sente all’idea di lasciarlo? Come ricorderà l’Italia: come uno Stato all’avanguardia nella politica delle sanzioni occidentali o come un Paese in cui molti cittadini amano ancora la Russia, il suo popolo e la sua cultura?
”Quando si parla del volto del Paese, emerge un quadro a mosaico. Le bellezze naturali, il ricco patrimonio storico e culturale, la cucina caratteristica, la tradizionale apertura e ospitalità degli italiani attraggono decine di milioni di persone da tutto il mondo. Ma ci sono anche molti problemi: il debito nazionale, elevato rispetto agli standard europei, il deficit di bilancio, l’inflazione, l’afflusso di immigrati clandestini, il calo della natalità, ecc. Anche se, agli occhi di un osservatore esterno, la prima parte supera certamente la seconda. E dunque il ricordo dell’Italia nella mia memoria non sarà uniforme. Un Paese che ha aderito incondizionatamente alle sanzioni distruttive contro la Russia e alle forniture di armi all’Ucraina (contro la volontà di metà della popolazione). Al contempo, un Paese i cui cittadini amano la Russia, la sua cultura e hanno un’incrollabile simpatia per i russi. In questo caso è probabilmente la seconda a prevalere sulla prima.
Come spesso accade prima di una partenza, provo un misto di sentimenti: una leggera tristezza per la separazione da numerosi amici e conoscenti italiani e la soddisfazione per il ritorno in patria ”
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* Fonte: Ambasciata di Russia in Italia.

Articolo in mediapartnership con Giornale Diplomatico.