RUSSIA. Putin chiama Barroso: teme per il mercato del gas

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gaspromIl presidente russo Vladimir Putin, sempre più preoccupato per un cambiamento della politica europea in materia di approvvigionamento di gas, ha chiamato questa mattina il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso per discutere “dell’importanza di continuare il dialogo al fine di garantire forniture ininterrotte di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina”.
I segnali che si vedono all’orizzonte di nuovi gasdotti dai paesi caucasici, come nel caso del Bte/Tanap/Tap, che dall’Azerbaijan porterà il gas azero e forse anche iraniano in Puglia e Friuli, e della scoperta di nuovi giacimenti in Africa agitano il leader russo, anche perché Bruxelles sta ostacolando la costruzione del South Stream, che dalla Russia dovrebbe portare l’energia lungo il Mar Nero.
Per questo con Barroso ha parlato della “realizzazione concreta dei risultati dell’incontro trilaterale” Ue-Ucraina-russia del 12 settembre, dove è stato deciso di rinviare al 1 gennaio 2016 l’entrata in vigore dell’ accordo d’associazione e libero scambio tra Ucraina e Ue, cosa che comporterà il passaggio del gas russo all’Europa attraverso il paese di Kiev con forti sconti sui dazi.
Già al vertice italo-russo di Trieste del 26 novembre 2013 Putin aveva infatti spiegato che “Un paese che ha aderito all’Unione doganale, che prevede lo scambio di merci senza dazi, può recedere dagli accordi quando vuole. Un articolo dell’accordo prevede però che se uno dei paesi aderenti intavola rapporti con paesi terzi, può esportare le merci nei paesi dell’Unione doganale con un ribasso sui dazi attualmente dell’85 per cento, ma che arriverà al 95. Potrebbero quindi transitare dall’Ucraina merci verso l’Unione doganale a prezzi ridotti, cosa che metterebbe in crisi la nostra economia. Per coinvolgere l’Unione europea in questo progetto serve gradualità, ovvero tempo e denaro”.
Il principale cliente importatore di gas russo è l’Europa: il “maxi-contratto” annunciato con la Cina, tanto “maxi” non è, se si pensa che, una volta posate le tubature, permetterà la vendita di 430 mld di dlr di gas in 30 anni, cioè 14 miliardi all’anno, quando nello stesso periodo di tempo la Russia vende all’Europa 4mila mld di dlr di gas, cioè 130 miliardi all’anno.