RUSSIA. Sanzioni: volume d’affari a – 9,7%. E l’Italia ha un “approccio ambiguo”

di Enrico Oliari –

rubloIl ministero degli Esteri russo ha comunicato oggi quanto risulta dal rapporto sul Commercio estero, ovvero che le tensioni internazionali e le sanzioni stanno costando alla Russia il 9,7 per cento del volume d’affari, con un crollo passando dai 417 miliardi di dollari del 2013 ai 377 del 2014. Nonostante questo la Russia continua ad esportare più che importare: l’export per il 2014 si attesta sui 258,8 miliardi di dollari, contro l’import che è di 118,5 miliardi.
La Russia continua quindi a rimanere il terzo partner commerciale dell’Unione Europea, dopo Usa e Cina, mentre l’Unione Europea resta ancora il primo partner commerciale della Russia, con il 48,2 per cento delle importazioni verso la Russia.
Il rapporto parla anche di Italia, dove si specifica che il volume di scambi è calato nel 2014 del 10 per cento, per un totale di 48,4 miliardi di dollari. Non manca qualche stoccata alla classe politica italiana, alla quale viene imputato un “approccio ambiguo”: “Su iniziativa della parte italiana – recita il rapporto – è stato rimandato a data da definirsi il nono round di consultazioni ai più alti livelli, cosi come sono state rimandati gli incontri dei ministri degli Esteri e Difesa nel format 2+2 ed altre visite di alto livello programmate in precedenza. Al momento sono praticamente i contatti a livello ministeriale e di cancellerie”.
A pesare sui conti russi vi è soprattutto il crollo del prezzo del petrolio, per cui già a suo tempo il ministro delle finanze russo Anton Sulianov aveva lamentato perdite per 110 miliari di dollari.
Oggi si è appreso comunque che le quotazioni sono tornate ai livelli di fine novembre, quando l’Opec aveva stabilito di lasciare al mercato il compito di riequilibrare domanda e offerta di greggio: il Brent ha toccato in mattinata un massimo di 69,63 dollari al barile.