Russia. Tensioni con l’Ue per Kaliningrad

Convocato l’ambasciatore italiano Starace.

di Guido Keller

Ad un mese dall’espulsione di 24 diplomatici italiani dalla Russia quale risposta simmetrica ad un’iniziativa simile di Roma, il ministero degli Esteri di Mosca ha convocato l’ambasciatore Giorgio Starace il quale, come riporta il Kommersant, si sarebbe trattenuto lì poco meno di un’ora. Al momento non sono noti i motivi alla base del colloquio, ma poco dopo è salito nella stessa sede l’ambasciatore dell’Unione Europea, il tedesco Makus Ederer, ed il sospetto riportato da kp.ru è che vi sia in collegamento con la crisi innescata dalla decisione della Lituania di chiudere il traffico di diverse merci dirette all’exclave russa di Kaliningrad.
Sede della Flotta del Baltico e con basi missilistiche, Kaliningrad è circondata da paesi Nato (Polonia e Litiania), e le merci bloccate, sottoposte a sanzioni Ue, sono prodotti tecnologici, carbone, metalli e materiali per l’edilizia.
Scontata l’immediata reazione di Mosca: il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha parlato di “decisione senza precedenti e di estrema gravità”, ed il vicepresidente della Commissione esteri del Consiglio federale Andrej Klimov (senatore di Russia Unita) ha affermato che “l’iniziativa della Lituania è un’aggressione contro la Russia”, “un modo di fare inaccettabile che mette a rischio il blocco politico-militare della Nato”: “siamo costretti a ricorrere all’autodifesa”. Per il ministro degli Esteri Sergei Lavrov “gli Usa stanno usando la Lituania per isolare la Russia”, mentre il premier Dmitri Medvedev si è chiesto se “l’Ue esisterà ancora quando dovrà aderirvi l’Ucraina”.
Ieri al ministero degli Esteri di Mosca è stata convocata l’incaricata d’affari lituana ad interim Virginija Umbrasiené, mentre da Lussemburgo, dov’era per il Consiglio esteri dell’Ue, il ministro degli Esteri lituano Gabriellius Landsbergis ha risposto che “abbiamo solamente applicato le disposizioni dell’Ue in materia di sanzioni”.
Il Pesc Josep Borrell ha osservato che “le persone e i beni non sanzionati possono continuare ad entrare e a uscire da Kaliningrad”, e che “la Lituania non ha preso alcuna decisione unilaterale, sta solo applicando le sanzioni decise in chiave europea”.
Certo è che la tensione è alle stelle, in un’area dove da sempre volano aerei spia e le continue “esercitazioni” militari rischiano spesso di trasformarsi in incidente. Kaliningrad, che conta mezzo milione di abitanti, è uno stato di fatto militarizzato che conta oltre un milione di abitanti; potrà essere rifornito via mare, ma è certo che le continue azioni di chiusura allontanano la possibilità del dialogo, necessario alla de-escalation e a fermare la guerra in Ucraina.