Scontro tra la massoneria ucraina e quella russa

Il gran maestro Dymchuk, 'la Loggia massonica russa sostenuta dal Cremlino'. Bogdanov, 'lo Stato non è mai intervenuto nei nostri affari'. A loro Bisi (Grande Oriente d'Italia) aveva ricordato che 'Noi massoni siamo costruttori di ponti di pace'.

di Enrico Oliari

Intervistato dall’Adnkronos il gran maestro della Gran Loggia d’Ucraina, Anatoliy Dymchuk, ha affermato che tradizionalmente in quanto massoni “Non possiamo appoggiare né guerra, né tirannia, né violenza morale e fisica”. Dymchuk ha spiegato che al momento sta distribuendo aiuti alla popolazione stremata grazie all’impegno dei volontari, anche beni che arrivano dalle organizzazioni massoniche di tutto il mondo. Ha poi detto di essere orgoglioso “dei miei Fratelli ucraini che hanno prestato fede ai loro giuramenti massonici e ai loro doveri civici verso la Patria”.
Dymchuk, che era intervenuto via Zoom alla kermesse del Grande Oriente d’Italia dell’8 aprile (erano presenti Fatih Sahin, gran segretario, e Maurizio Longo, gran segretario aggiunto della Gran Loggia dell’Ucraina), si è poi scagliato contro il collega russo Andrey Bogdanov sostenendo che in passato, nel 2014, aveva pubblicato sul suo profilo Facebook “esortazioni a dividere o invadere l’Ucraina”, e osservando che era candidato alla presidenza con il Partito Comunista, i cui attivisti sono tradizionalmente atei mentre i massoni non possono esserlo. Il gran maestro ucraino ha poi affermato all’Adnkronos di “non credere che la Loggia massonica russa sia libera”, perché la Russia “è un regime totalitario e abbiamo informazioni che la Loggia massonica russa sia stata sostenuta, in passato, dal Cremlino”, come pure di aver appreso “dalle conversazioni dei massoni russi cacciati via, che la Loggia massonica russa è sostenuta dal Cremlino, e in particolare da Surkov, imprenditore e da anni fidato consigliere di Putin”. Il gran maestro ucraino ha poi precisato che manca il riconoscimento reciproco fra le due istituzioni massoniche in quanto “loro sono stati i primi a disconoscerci, di conseguenza lo abbiamo fatto anche noi”.
Il gran maestro della Gran Loggia di Russia, Bogdanov, ha riportato sulla pagina Facebook della Gran Loggia di Russia di essere stato contattato dall’Adnkronos per sentire, come si dice in gergo, “la sua campana”, e di aver risposto che “Non commenterò le dichiarazioni politiche del mio Fratello Gran Maestro della Gran Loggia d’Ucraina per non violare la nostra Costituzione massonica! Posso solo dire che la Grande Loggia di Russia è registrata presso il ministero della Giustizia della Federazione Russa, che rispetta la Costituzione della Federazione Russa e che osserva la Costituzione massonica di Anderson. Nel corso della sua esistenza (dal 1995) lo Stato non è mai intervenuto negli affari del Gran Loggia di Russia! Posso precisare che oggi, nell’ambito della regolare e riconosciuta Massoneria mondiale, essa rimane uno dei pochi “ponti” tra la civiltà occidentale e la Russia! E lo apprezziamo molto! Spero tanto che l’armonia fraterna venga mantenuta nella Massoneria regolare internazionale nonostante tutte le sfide del mondo!”.
Comunque stiano le cose, c’è da augurarsi che almeno tra coloro che si dichiarano “fratelli” possa prevalere l’interesse per ciò che unisce, a cominciare da quei valori predicati di rispetto e di pace.
Bogdanov era presente all’incontro di Rimini, e nell’occasione il gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, aveva affermato invitato i due colleghi a “Fate il possibile e l’impossibile affinché le trincee si riempiano di fiori e di alberi, che daranno frutti che poi ci divideremo quando mangeremo allo stesso tavolo, l’uno accanto all’altro”. Osservando che “Viviamo una situazione molto pericolosa, che ci fa temere catastrofi se non si riuscirà a fare vincere il buonsenso e la pace”, aveva poi puntualizzato che “Noi massoni siamo costruttori di ponti di pace e non di trincee e ci ricordiamo, e lo ricordiamo a chi ha la possibilità di definire i destini del mondo, che la pace si costruisce in tempo di… pace. Quando piovono le bombe, quando ci sono i massacri, quando le città vengono rase al suolo, quando ci sono milioni di profughi è più difficile parlare di pace, è più difficile cercare i compromessi”.