Siria. All’Onu la Francia chiede gli osservatori internazionali. E Mogherini propone una soluzione europea

di Guido Keller

E’ in discussione oggi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla proposta della Francia di inviare osservatori internazionali ad Aleppo est al fine di visionare l’evacuazione dei civili, dei combattenti e delle loro famiglie, cioè di coloro che hanno scelto di lasciare l’area martoriata da mesi di combattimenti e di bombardamenti.
La bocciatura della proposta, che prevede “un’adeguata sorveglianza neutra e un’osservazione diretta”, è pressoché scontata, dal momento che la Russia, principale sostenitore del governo di Bashar al-Assad, farà pesare il proprio veto, per cui si ripeteranno gli scenari passati, ad esempio quando vi era stao il veto degli Usa all’invio di osservatori in Palestina nel momento in cui gli israeliani prendevano il controllo dei Territori occupati.
Sia la Francia che gli Usa hanno comunque fatto sapere che nel momento in cui la Russia dovesse bloccare la proposta, verrà appoggiata la convocazione di una sessione speciale dell’Assemblea generale per fare pressione sulla Siria e sui suoi alleati, in altre parole nuove sanzioni.
Intanto ad Aleppo le tregue continuano ad essere formate e a saltare, con i “ribelli” e i loro alleati qaedisti che detengono ancora piccole porzioni della zona orientale e che sparano sui civili, e con i siriani regolari che bombardano la zona di provenienza dei colpi.
Gli autobus versi continuano comunque a fare la spola, per quanto spesso costretti a lunghe attese.
Rispondendo ad un’intervista, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera ha detto che “I governi sono tutti d’accordo sul fatto che sia incettabile quanto sta facendo la Russia ad Aleppo, ovvero sostenere anche con l’aviazione le operazioni dell’esercito siriano, per cui “siamo concordi nel dire che serve un canale aperto con la Russia”.
Per Mogherini “aiutare la Siria in questo momento vuol dire innanzitutto evitare di bombardarla”, mentre “noi europei siamo gli unici in grado di parlare con tutti e di lavorare con tutti per evitare che la Siria diventi un buco nero, un nuovo Iraq o una nuova Libia”. Per questo motivo “Ho avviato un dialogo diretto con tutti gli attori regionali,. cioè Iran, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Giordania, Libano, Qatar, Emirati. E con i siriani, con le diverse componenti delle opposizioni e ciò che resta della società civile”.
Mogherini propone quindi per la crisi siriana un piano europeo, per quanto venga da chiedersi dove sia stata Bruxelles fino ad oggi, visto che la guerra dura da quelle parti da più di cinque anni.
Per quanto l’Onu, con l’inviato Staffan de Mistura, abbia arricciato il naso per la propria esclusione, c’è attesa per l’incontro di martedì fra la Russia, la Turchia e l’Iran proprio per trovare il bandolo della matassa della crisi, o quanto meno un ridimensionamento delle ostilità.