Siria. Israele ha evacuato i “Caschi bianchi”

di Manuel Giannantonio

Circa 800 siriani membri dei “Caschi bianchi” accompagnati dalla loro famiglie, sono stati evacuati con segretezza dall’esercito israeliano. Minacciati dall’avanzata delle truppe di Bashar al-Assad, si sono ritrovati con asilo provvisorio in Giordania.
Domenica mattina un comunicato di Tsahal (Forze armate israeliane) ha confermato il successo di questa operazione precisando che non si tratta di uno scambio politico con Israele, paese che rifiuta di accogliere rifugiati siriani sul proprio territorio. “Si tratta di un gesto umanitario eccezionale. Israele mantiene la sua politica di non intervento nel conflitto siriano e continua a considerare il regime di Damasco come responsabile di tutte le attività che hanno avuto luogo sul territorio siriano”, riporta il testo citato dal quotidiano libanese “L’Oriente il giorno”. L’esercito israeliano indica ugualmente che questa operazione è stata condotta “su richiesta degli Stati Uniti e di diversi paesi europei”, senza fornire però altri dettagli.
Attraverso il quotidiano popolare Yediot Aharonot un portavoce del governo giordano ha confermato che il Regno accoglierà “per ragioni umanitarie” circa un centinaio di rifugiati che saranno mandati in Germania, Gran Bretagna e Canada. Il quotidiano precisa che i Caschi bianchi erano principalmente finanziati dagli Stati Uniti, da diversi paesi europei ma anche dal Canada e dal Giappone. Secondo il dipartimento di Stato Usa, le loro azioni sul territorio hanno permesso di salvare “più di 100mila vite dopo l’inizio della guerra in Siria”.
L’evacuazione, secondo la stampa israeliana, si è svolta nell’assoluta riservatezza. Secondo il quotidiano di sinistra Haaretz questa operazione è stata condotta dalla divisione Bashan Tsahal (un’unità impiegata nel nord del paese dall’inizio della guerra civile) e coordinata dal Consiglio nazionale di sicurezza. Una lista precisa di persone è stata preventivamente stabilita qualche giorno prima. I siriani si sarebbero presentati in un secondo momento, intorno alle 23.00 di sabato 21 luglio, a due check point dall’ingresso nel territorio siriano, nei pressi di Quneitra, dove ad attenderli c’erano due autobus. Il viaggio è avvenuto di notte, fino alla frontiera giordana, dove li attendevano altri autobus. L’operazione è durata in tutto sei ore.
Secondo il The Jerusalem Post, quotidiano conservatore, il ruolo d’Israele in questa operazione è stato mantenuto segreto – e non menzionato dai Giordani – per evitare di creare polemiche nei paesi arabi ma anche e soprattutto per non mettere in pericolo l’evacuazione.