Sud Sudan. Continuano le dispute interne in attesa dell’accordo di pace

di Alberto Galvi

In questi giorni sono riprese le attività di pesca nel Sud Sudan orientale e più precisamente nel governatorato dello Jonglei. Circa 2 mesi fa diverse persone sono state uccise sull’isola contesa di Cuet-Akwet dopo gli scontri scoppiati tra comunità rivali. Adesso però la sicurezza è migliorata e la gente del posto sta utilizzando di nuovo il fiume Nilo come via di comunicazione.
L’anno scorso anche il presidente Kiir si era irritato per il conflitto che era avvenuto a Cuet Akueta, in quanto le attività commerciali ed economiche sono influenzate dal conflitto in corso sull’isola. Ricordiamo che Cuet Akueta è un’isola importante per l’economia del paese, in quanto garantisce la distribuzione dei frutti di mare e dei pesci nei mercati di Juba.
Nei giorni scorsi Il governo del Sud Sudan ha posizionato più di 100 soldati delle forze di sicurezza dell’SSPDF (South Sudan People’s Defense Forces) sulle isole contese tra Jonglei e gli Stati dei laghi orientali, truppe il cui dispiegamento avrebbe fornito protezione ai cittadini nelle isole contese di Joor-wach, Cuet-Akwet, Lietbuoi. Le forze di sicurezza sono state inviate sul fiume Nilo e sono già arrivate nelle aree contese, mentre la loro base è dislocata a Shambe. Tutte quelle aree sono ora sotto il controllo del Governo di Unità Nazionale.
Il mese scorso, il trasporto lungo il fiume Nilo era stato sospeso dopo che 2 gruppi rivali: la comunità Adhioc della TNC (Twic North County) di Jonglei e della AEC (Awerial East County) della regione dei laghi orientali, hanno combattuto sull’isola di Cuet-Akwet, provocando morti e feriti. Entrambe le comunità, rivendicano la proprietà dell’isola di Cuet-Akwet.
In seguito ad uno spiegamento delle forze di sicurezza congiunte, il commissario della TEC (Twic East County), Emmanuel Atem Mading, ha dichiarato che le attività di pesca sono riprese nelle isole contese.
Intanto nel Sud Sudan sono state uccise almeno 29 persone a causa del conflitto nella contesa regione di confine Abyei. Ad uccidere i membri della comunità etnica di Ngor Dinka sono stati molto probabilmente alcuni membri della tribù Misseriya.
La regione è ricca di petrolio e la questione sullo status di Abyei si sarebbe dovuta già risolvere tramite referendum dopo l’accordo di pace del 2005, che ha preceduto la secessione del Sud Sudan del 2011 dal Sudan, ma su quel quesito referendario non si è invece mai votato.
Intanto nei prossimi giorni scadranno nel Sud Sudan i 100 giorni per la formazione di un governo di Unità Nazionale. Come gesto di riconciliazione nazionale prima di iniziare i colloqui, il presidente Salva Kiir ha concesso l’indulto a 30 prigionieri politici. Questa misura però non è in linea con gli accordi di pace perché l’indulto spetta a chi ha commesso un crimine, mentre i prigionieri politici di fatto un crimine non l’hanno commesso.
Le altre questioni da trattare nei prossimi giorni saranno quelle sulla sicurezza, sui confini e sul numero degli Stati in cui deve essere diviso il paese, anche se su quest’ultimo punto sembra già sia stato raggiunto un accordo tra il presidente Salva Kiir e il leader dell’opposizione Riek Machar sul ritorno ai 10 Stati.
I vari accordi verranno presi da un Comitato che è stato nominato dall’IGAD (Intergovernmental Authority on Development), composto dal vicepresidente sudafricano David Mabuza, e gli inviati per il Sud Sudan del Kenya, dell’Uganda e dell’IGAD: Kalonzo Musyoka, Betty Bigombe e Ismail Waise. Il termine per la costituzione di un Governo di Unità Nazionale sarà il prossimo 22 febbraio.