Sud Sudan. Kiir, ‘Disponibili ad incremento forza Onu ma missione va ridiscussa’

di Giacomo Dolzani – 

salva_kiirIn seguito alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che, riunitosi venerdì scorso, ha deliberato, su proposta degli Stati Uniti, di incrementare la presenza Onu in Sud Sudan con altri 4.000 militari il presidente del paese africano, Salva Kiir, ha fatto sapere di “non essere contrario a priori” ma di rimanere comunque molto critico nei confronti dell’operato della missione internazionale denominata Unmiss (United Nations Mission in the Republic of South Sudan), organizzata dalle Nazioni Unite e sostenuta dall’Igad (Intergovernmental Authority on Development), l’organizzazione che raggruppa i paesi del Corno d’Africa e che ha il fine di favorirne la collaborazione e lo sviluppo oltre che il mantenimento della pace.
Kiir ha infatti affermato che l’intera missione andrebbe riorganizzata e ridiscussa con il governo di Juba, in modo che questa forte presenza militare straniera (costituita attualmente da 12.000 uomini) non rischi di inficiare la sovranità nazionale e di influenzare le decisioni dell’esecutivo, sottolineando che, nonostante il Sud Sudan accetti volentieri assistenza ed aiuto da parte della comunità internazionale, l’incremento di organico deciso dall’Onu dovrà ricevere anche l’autorizzazione del parlamento.
Il Sud Sudan, nato il 9 luglio 2011 con un referendum che ne ha sancito la secessione dal Sudan, è il più giovane paese al mondo, oltre ad essere anche uno dei più arretrati; dal giorno dell’indipendenza infatti sono subito cominciati i contrasti con Khartoum a causa della sovranità su alcuni distretti petroliferi e sull’ammontare delle tasse da pagare per l’utilizzo degli oleodotti, divergenze che sono in più occasioni sfociate in scontri a fuoco e raid aerei e che hanno portato Juba ad interrompere la produzione petrolifera, mettendo in ginocchio l’economia del paese, basata per il 98% sui proventi dell’attività estrattiva.
Nel dicembre 2013, in seguito ad un fallito tentativo di colpo di stato da parte del generale ed ex vicepresidente Riek Machar, si è scatenata una guerra civile la quale ha coinvolto tutto il paese e che, nonostante i molti colloqui e le decine di accordi e trattati di pace firmati dalle due parti, dura ancora oggi, causando una grave emergenza umanitaria, con carestie, epidemie e centinaia di migliaia di vittime, soprattutto tra la popolazione civile.

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