Usa. Tegola su Trump: il campo campagna Manafort avrebbe preso soldi da Yanukovich

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Trump donaldE’ guerra tra i media ed il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump: dopo i giornalisti allontanati dai comizi ed i media di prim’ordine che hanno fatto sapere di non voler seguire la sua campagna elettorale, Trump ha scritto su Twitter che “Se i media orribili e venduti presentassero le informazioni su di me onestamente e non dessero una cattiva interpretazione delle mie idee, sarei avanti ad Hillary del 20 per cento”.
Oggi però sul candidato è caduta una nuova, pesante, tegola, saltata fuori dall’inchiesta sulle email dei democratici hackerate, cosa della quale Barak Obama ed Hillary Clinton hanno accusato la Russia: il capo della campagna elettorale di Trump nonché suo consulente politico Paul Manafort è risultato essere stato sul libro paga del partito filorusso dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych per delle consulenze da 12,7 milioni di dollari che interessano il periodo che va dal 2007 al 2012. Una montagna di denaro evasa, ma Manafort ha respinto ogni addebito attraverso il proprio avvocato.
Il New York Times, che ha pubblicato per primo la notizia, ha reso noto che a confermare le consulenze vi sarebbero documenti segreti reperiti dall’Ufficio nazionale anti-corruzione dell’Ucraina.
Gli inquirenti ucraini hanno anche informato che da un’altra loro inchiesta su società utilizzate dal cerchio magico di Yanukovich per mantenere un lussuoso stile di vita è saltato fuori un affare di 18 milioni di dollari per vendere partecipazioni della tv via cavo ucraina a una società creata in partnership tra lo stesso Manafort e un oligarca russo, Oleg Deripaska, vicino al presidente russo Vladimir Putin.
Ci vorrà del tempo per valutare se le accuse rivolte a Manafort sono vere o create ad hoc dall’apparato democratico per distruggere il temibile avversario, mentre si avvicina la data delle elezioni (8 novembre), ma ormai la frittata è fatta.
Nei giorni scorsi Trump aveva indicato l’intenzione, se eletto presidente, arrivare ad una de-escalation con Mosca, sia alleggerendo la pressione della Nato nell’area baltica, sia riconoscendo l’annessione della Crimea da parte della Russia, “sempre meglio che arrivate alla terza guerra mondiale”. Un atteggiamento diametralmente opposto a quella che è stata la politica estera di Barak Obama.
I sondaggi continuano comunque a dare in vantaggio Clinton, la quale viene data al 42 per cento contro il 35 per cento di Trump.