Tagikistan. Il presidente Emomali Rahmon del partito PDPT è stato rieletto per altri sette anni

di Alberto Galvi

Il presidente del Tagikistan Emomali Rahmon del partito PDPT (People’s Democratic Party of Tajikistan) è stato rieletto con quasi il 91 per cento dei voti per altri sette anni dopo che è salito al potere nel mezzo di una devastante guerra civile all’inizio degli anni 90, mentre ha rimosso i limiti di mandato attraverso una riforma costituzionale del 2016, ed è al potere dal 1992.
In questa tornata elettorale il capo della commissione elettorale centrale Bakhtiyor Khuderzoda ha confermato che non sono state registrate violazioni durante le votazioni ai seggi. Gli altri candidati alla presidenza sono stati Rustam Latifzoda del partito APT (Agrarian Party of Tajikistan), Miroj Abdulloev del CPT (Communist Party of Tajikistan), Abdukhalim Gafforzoda del partito SPT (Socialist Party of Tajikistan) e Rustam Rakhmatzoda del PERT (Party of Economic Reform of Tajikistan).
Sul risultato finale non c’era nessun dubbio che Rahmon avrebbe vinto la tornata elettorale. Il successo elettorale ottenuto gli ha consentito di superare il kazako Nursultan Nazarbayev come leader più longevo dell’ex Unione Sovietica.
In seguito alla transizione del Tagikistan all’indipendenza dall’Unione Sovietica, Rahmon si è definito il garante della stabilità dello Stato. Questa è stata la sesta elezione presidenziale che si è tenuta in Tagikistan dall’indipendenza. Dal 1994 Emomali Rahmon le ha sempre vinte. Il presidente è eletto direttamente con voto popolare a maggioranza semplice per un mandato di 7 anni per un massimo di due mandati.
Lo scorso 1 marzo sono state effettuate le elezioni legislative in Tagikistan in cui sono stati eletti i membri dell’Assemblea suprema bicamerale che è composta dall’ Assemblea nazionale e dall’Assemblea dei rappresentanti. L’Assemblea nazionale o Majlisi è composta da 34 seggi per un mandato di 5 anni, di cui 25 membri sono eletti indirettamente dalle assemblee rappresentative locali, 8 sono nominati dal presidente e 1 riservato per ogni ex presidente in vita.
L’Assemblea dei Rappresentanti è invece composta da 63 seggi per un mandato di 5 anni, di cui 41 membri sono eletti direttamente nei collegi uninominali con votazione a maggioranza assoluta di 2 turni e 22 eletti direttamente in un unico collegio nazionale con voto di rappresentanza proporzionale. L’Assemblea dei rappresentanti è composta dai seguenti partiti: PDPT 47 seggi, APT 7 seggi, PERT 5 seggi, CPT 2 seggi, SPT 1 seggio e il DPT (Democratic Party of Tajikistan) 1 seggio.
Il presidente Rahmon può candidarsi un numero illimitato di volte in quanto nel 2016 aveva indetto un referendum per ottenere la possibilità di candidarsi senza limiti. Gli altri cambiamenti costituzioni hanno riguardato l’abbassamento della soglia di età per l’idoneità dei candidati da 35 a 30 anni. Rahmon aveva compiuto 32 anni lo scorso dicembre.
Il Tagikistan è uno dei Paesi più poveri della regione, con molte persone che dipendono dalle rimesse dei parenti all’estero, che rappresentano il 40 per cento del PIL. Dalla fine della guerra civile, il Paese ha perseguito riforme e privatizzazioni, ostacolando gli investimenti stranieri. A causa della mancanza di opportunità di lavoro in Tagikistan, più di un milione di cittadini tagichi lavorano all’estero di cui circa il 90 per cento in Russia.
Mentre i suoi leader hanno a lungo affermato che il Tagikistan era libero dal coronavirus, il Paese è stato duramente colpito dalla pandemia, registrando più di 10mila contagiati. Dall’arrivo della crisi, tuttavia, il governo ha ricevuto da diverse istituzioni internazionali come la WB (World Bank), l’IMF (International Monetary Fund) e l’ASB (Asian Development Bank) almeno 300 milioni di dollari in sovvenzioni e crediti, aspettando circa altri 70 milioni di dollari. Rahmon già a maggio, delineava i rischi per l’economia rappresentati dalla contrazione delle rimesse, che avrebbe provocato un forte calo dei consumi e un aumento della disoccupazione.