Tunisia. Scontri in molte località del paese. Mechichi punta sul rimpasto

di Vanessa Tomassini

TUNISI. Proteste e scontri in diverse località della Tunisia tra gruppi di giovani e agenti di polizia, i quali hanno cercato di contrastare i numerosi atti vandalici, i saccheggi e le devastazioni. I disordini si sono verificati a Cité Etthadamen, sobborgo popolare della capitale, ma anche a Marsa Abousalema, Sousse, Siliana, Kasserine, le Kef, Kairouan, Hammam Lif, Menzel Bourguiba, Hammamet, Tebourba, Sidi Hassine, Biserta, Cité Al Intilaka, Cité Ezzouhour, Sfax e Monastir.
Secondo fonti della sicurezza citate dai media, le forze dell’ordine hanno sequestrato a Sousse, dov’è stata data alle fiamme una stazione di polizia, una certa quantità di bottiglie molotov pronte all’uso, un bidone di benzina e una spada. Gli agenti hanno anche arrestato una quindicina di ragazzi intenti a dar fuoco a copertoni e a contenitori di plastica per i rifiuti.
Per contenere i disordini, tra l’altro scoppiati durante la chiusura per la pandemia, gli agenti sono ricorsi ai gas lacrimogeni, ed dopo la notte di fuoco il numero degli arresti sarebbe salito a un centinaio.
La grave crisi economica, accentuata dalla pandemia e dalle riforme lacrime e sangue chieste dal Fmi in cambio di presiti, ha accresciuto la disoccupazione soprattutto giovanile, in un paese dove la corruzione tocca livelli insostenibili.
Il governo è in crisi, ed il premier Hichem Mechichi ha annunciato un rimpasto di governo con la sostituzione di 11 ministri al fine di avallare una strategia politica volta a rilanciare l’economia del paese. Dovrà ottenere la fiducia in Parlamento, dove nessun partito supera i 25% dei seggi. Il ministero dell’interano dovrebbe andare a Walid Dhahbi, indipendente.