Turchia. Rilasciato e subito arrestato il presidente di Amnesty International Taner Kilic

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Nell’arco di una notte il presidente della sede turca di Amnesty International, Taner Kilic, è stato liberato dopo 8 mesi di reclusione e poi nuovamente arrestato. Kilic ed altri esponenti, tra cui medici, erano stati fermati il 6 giugno, nella città di Smirne con l’accusa di aver avuto legami col movimento guidato da Fethullah Gulen, l’imam considerato dal presidente Recep Tayyip Erdogan l’ispiratore del fallito golpe del luglio 2016. A comportare il nuovo arresto è stata la decisione della Corte suprema di annullare il provvedimento di rilascio del tribunale, cosa che ha fatto scattare il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini e il Commissario europeo per l’Allargamento e la Politica di Vicinato, Johannes Hahn, i quali in un comunicato hanno scritto che l’arresto di Kilic e dei medici che erano con lui rappresentino “gli ultimi esempi di sviluppi preoccupanti che minano lo stato di diritto e l’indipendenza e l’imparzialità del sistema giudiziario in Turchia”. Kilic tra l’altro aveva criticato l’offensiva militare di Ankara ad Afrin, in Siria, contro i curdi.
Con un comunicato la Federazione nazionale della stampa e l’Ordine dei giornalisti hanno spiegato che “Il 5 e il 6 febbraio il presidente Erdogan sarà in Italia. Chiediamo a tutte le autorità istituzionali e di governo che lo incontreranno di porre formalmente la questione dei diritti violati. Siamo sicuri, infine, che tutti i mezzi di comunicazione vorranno, in quelle giornate, dare voce a chi, in Turchia e in Europa continua a battersi per il rispetto dei diritti umani, politici e civili”.
A seguito del fallito golpe, presunto o vero che sia stato, del 15 luglio 2016 la Turchia di Recep Taypp Erdogan ha effettivamente avuto una svolta autoritaria che ha portato agli arresti di deputati dell’opposizione e di giornalisti, alla chiusura di alcune importanti testate e ad un’incredibile repressione nei confronti dei “gulenisti”, da lui accusati di aver orchestrato il colpo di stato. Atteggiamenti poco europeisti e rispettosi di una reale democrazia, accentuatisi dopo che Erdogan ha vinto (seppure in modo dubbio) il referendum che ha riformato la costituzione in senso presidenzialista.
Quelli di Kilik e dei medici che erano con lui non è l’unico caso di evidente persecuzione nei confronti di Amnesty International: dopo oltre 100 giorni di reclusione è stata rilasciata con altri 11 militanti un’altra esponente dell’organizzazione, Idil Eser, arrestata durante un meeting di formazione sulla sicurezza informatica a Buyukada, un’isola al largo di Istanbul.