Ucraina. Gli eurodeputati chiudono gli occhi sulla realtà: vogliono ancora armi e sanzioni

“La responsabilità penale della morte di Navalny ricade su Putin, l’Ue deve sostenere l’opposizione’.

di Enrico Oliari –

Nonostante le batoste in Ucraina, con i russi che guadagnano terreno e con la Russia che non si è per nulla piegata alle sanzioni occidentali, il Parlamento europeo ha votato con 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni per rifornire Kiev di munizioni e armi al fine di scongiurare la sconfitta dell’Ucraina.
Ad oggi in pochi, neppure gli analisti statunitensi, credono nella sconfitta dei russi ma, come riporta il comunicato dell’Europarlamento, “l’obiettivo principale è che l’Ucraina vinca la guerra”.
Per gli eurodeputati “affinché l’Ucraina possa vincere, non ci dovrebbe essere nessuna restrizione autoimposta all’assistenza militare all’Ucraina”, ma la realtà vede i bilanci dei paesi occidentali scricchiolare, nonostante le armi cedute agli ucraini siano spesso vetuste e date per liberare i magazzini e comprarne di nuove.
Neppure i russi possono tuttavia ritirarsi dal Donbass: a differenza di quanto riportato nella nota del Parlamento europeo, la guerra non è al suo secondo anno bensì è iniziata nel 2014, con l’Ucraina che non ha mai atteso agli accordi di Minsk, i quali prevedevano riforme costituzionali per assegnare alle regioni del Donbass, abitate per la stragrande maggioranza da russofoni, l’autonomia come in Trentino Alto Adige.
Al contrario il governo di Kiev ha chiuso i giornali in lingua russa, proibito l’uso del russo nei pubblici uffici e abolito parte della formazione scolastica nel medesimo idioma, come fecero i fascisti in Alto Adige negli anni Venti. E visto che c’era, il. Presidente Volodymyr Zelensky ha chiuso pure i partiti di opposizione.
A combattere nel Donbass vi sono stati sia i miliziani armati da Mosca, sia gruppi come il neonazista dichiarato Battaglione Azov, finanziato da Kiev.
Ma per il Parlamento europeo, che ha chiesto oggi per l’Ucraina la fornitura “sofisticati sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio come TAURUS, Storm Shadow/SCALP, vari tipi di artiglieria e munizioni (in particolare da 155 mm) e droni e armi per contrastarli”, la guerra deve andare avanti ad oltranza, costi quel che costi pur di portare il paese nella Nato.
Purtroppo proprio con la guerra in corso l’Unione Europea ha perso il suo ruolo di mediatrice e il suo spirito pacifista, e gli eurodeputati hanno anche chiesto nella Risoluzione “di creare un regime giuridico solido per permettere di confiscare i beni statali russi congelati dall’UE e utilizzarli per ricostruire l’Ucraina e risarcire le vittime della guerra”.
Ed ovviamente di “di mantenere ed estendere la sua politica di sanzioni”, nonostante ad oggi abbiano sortito effetti solo sulle tasche degli europei, basti pensare al gas.
Gli eurodeputati hanno chiesto anche lo stop dell’acquisto di uranio, una mazzata per la Francia che si trova chiusi i mercati (o gli sfruttamenti) dei paesi africani come il Niger.
Un po’ ingenuamente, e a guerra non ancora vinta, per i deputati europeo “la Russia deve essere obbligata a pagare i risarcimenti per garantire che contribuisca in modo sostanziale alla ricostruzione dell’Ucraina”.
Il Parlamento europeo ha poi stabilito che la responsabilità “penale e politica” della morte dell’oppositore russo Alexiei Navalny ricade “sullo Stato russo e in particolare sul suo presidente Vladimir Putin”, e siccome “il sistema politico russo è controllato” e il popolo russo non può essere confuso con il “regime guerrafondaio, autocratico e cleptocratico del Cremlino”, “l’Ue e i suoi Stati membri devono continuare a mostrare una solidarietà infallibile e a sostenere attivamente la società civile russa indipendente e l’opposizione democratica”.
Va detto però che la Piazza Rossa non è Euromaidan, dove l’Ue finanziò l’opposizione per deporre il presidente democraticamente eletto Viktor Yanukovic.