Ucraina. Il papa parla di pace. Ma per Bruxelles e Kiev è “incomprensibile”

di Enrico Oliari –

Il papa fa il suo lavoro. E a differenza di un’Unione Europea che ha svenduto la sua verginità pacifista e la sua missione di mediatrice per portare l’Ucraina nella Nato, lui dal sacro soglio dimostra realismo e lucidità, invitando gli ucraini a cercare un compromesso. Per il bene del popolo. Perché “è più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca”, “quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare”.
Il papa lo sa, i leader politici lo sanno: la guerra è un formidabile business che interessa più settori, a cominciare da quello delle armi, con i paesi europei che vendono all’Ucraina i mezzi e gli strumenti obsoleti che occupano i depositi per poi comprarne di nuovi, specie dagli Usa, in cambio di una fetta della torta della ricostruzione. Il resto è retorica. Ma a soffrire è la gente comune, quella che muore sotto i bombardamenti, quella che dal 2014 si vede le case bombardate, vittima degli interessi dei potenti e ingannata dall’informazione di parte.
Anche perché i fallimenti dell’asse Ucraina – Ue – Usa sul campo sono sotto gli occhi di tutti, ed il tempo ha sbugiardato chi, come Mario Draghi e Ursula von der Leyen, cantava vittoria fin dai primi momenti dell’invasione e descriveva una Russia sull’orlo del collasso economico e politico.
Il papa pragmatico precisa anche che “il negoziato non è mai una resa”, il burattino Zelensky dovrebbe farne tesoro.
Presi in contropiede i vari leader si scagliano oggi contro il pontefice, per aver detto la sacrosanta verità.
Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha risposto che “non è stata la Nato a provocare il conflitto”, dimentico del fatto che negli anni l’alleanza di guerra (lui l’ha definita “difensiva”) si è allargata fino ai confini russi, e che era stato il vertice Nato di Bucarest del 2008 a stabilire l’entrata (o l’assorbimento) di Ucraina e Georgia. Bastava organizzare un “golpe democratico” e deporre il presidente eletto, si è fatta Euromaidan. Ha poi insistito che “la guerra in Ucraina l’ha voluta il presidente Putin”, contro una “nazione sovrana”, come se nel Donbass non si combattesse dal 2014 e come se l’Ucraina avesse atteso agli accordi di Minsk-2.
Davanti a lui gli Usa, dietro a lui gli yes-man europei alleati: per il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri Peter Stano la soluzione del conflitto “è nelle mani di una sola persona, Vladimir Putin, il quale ha iniziato questa guerra”. Ha poi insistito che “noi siamo per la pace, una pace giusta che tuteli la vittima di questa guerra: l’Ucraina”.
Dello stesso tono gli altri interventi: il ministro degli Esteri tedesco, la verde Annalena Baerbock, l’ha buttata sul “non lo capisco. Alcune realtà si possono vedere solo di persona”, ha affermato riferendosi alle visite dei leader europei in Ucraina. Anche lei ha però la memoria corta, poiché fin dal 2015 l’Osce denunciava stragi e violenze compiute dai combattenti del neonazista dichiarato Battaglione Azov in Donbass, senza che l’Ue intervenisse.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha respinto con enfasi l’appello del papa affermando che “la nostra bandiera è gialla e blu”, non bianca. “Non alzeremo altre bandiere, questa è quella per cui viviamo e per cui moriamo”. Ha poi invitato il pontefice a visitare l’Ucraina, “dove vi sono un milione di cattolici e cinque milioni di greco-cattolici, tutti cristiani e tutti ucraini”. D’altronde il suo capo, il presidente Volodymyr Zelensky, ha fatto persino una legge per vietare ogni negoziato con la Russia.
Che “il regime di Kiev non ammetta possibilità di trattative” è una constatazione anche del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale ha definito l’intervento di Papa Francesco “comprensibile”. D’altronde il governo di ucraino segue la linea dettata da “numerosi paesi europei, che vedono la Russia destinata a una sconfitta strategica, ma questa è un’illusione”, ha aggiunto.
Nel frattempo, se non si vuole la pace del papa, si continui col dio della guerra.