Ue. AstraZeneca: sempre più tensioni tra problemi di produzione ed effetti collaterali

di Alberto Galvi

Le tensioni tra l’Ue e l’azienda farmaceutica AstraZeneca sono aumentate dopo che Germania, Francia, Italia e Spagna hanno sospeso l’uso del vaccino Covid-19 a causa di diverse segnalazioni di coaguli di sangue in persone che hanno ricevuto l’iniezione.
I malumori dell’Ue verso la casa farmaceutica erano già presenti a causa del lancio relativamente lento del vaccino dovuto a problemi di produzione rispetto a Paesi come Usa, Israele, Bahrein e Regno Unito.
L’WHO (World Health Organization) ha sostenuto l’uso del vaccino e ha affermato che non vi sono prove la somministrazione del farmaco abbia causato coagulazione del sangue. Inoltre sta riesaminando le segnalazioni di possibili effetti collaterali e ha esortato i Paesi a non sospendere le vaccinazioni.
Il regolatore dei medicinali dell’Unione Europea EMA (European Medicines Agency) ha dichiarato di non aver trovato alcuna prova di collegamenti tra i casi di trombosi segnalati e l’iniezione del vaccino di AstraZeneca, affermando che i benefici dell’iniezione superano i rischi e che è sicuro.
L’ente regolatore sta riesaminando il colpo e giovedì emetterà una decisione su qualsiasi ulteriore azione. L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) nel frattempo ha reso noto che sta implementando la propria sospensione come misura cautelare e temporanea in attesa delle decisioni dell’EMA.
AstraZeneca ha affermato che non c’è motivo di preoccuparsi per il suo vaccino, prodotto congiuntamente con l’Università di Oxford del Regno Unito, e che sono stati segnalati meno casi di trombosi in coloro che hanno ricevuto l’iniezione rispetto alla popolazione generale.
Le rassicurazioni sembrano aver fatto poco per placare i dubbi, tuttavia anche Danimarca, Norvegia, Irlanda, Paesi Bassi, Islanda, Bulgaria, Portogallo, Slovenia Estonia, Lettonia, Lituania e Lussemburgo hanno sospeso il vaccino. Anche Thailandia, Indonesia, Venezuela hanno affermato di aver deciso di ritardare le vaccinazioni sulla base di decisioni prese da altri Paesi come precauzione, mentre continuerà la somministrazione in Australia.
La produzione del vaccino di AstraZeneca prevede in linea di massima due fasi: una consiste nella produzione del vaccino o della sostanza farmaceutica vera e propria e l’altra nel mettere il vaccino in fiale. Questi due passaggi possono richiedere fino a 60 giorni ciascuno.
AstraZeneca ha fatto sapere che mentre non sta affrontando problemi con la seconda fase, sta lottando per produrre elevate quantità di vaccino in uno stabilimento di produzione dell’Ue. All’inizio di questo mese la NACI (National Advisory Committee on Immunization) ha raccomandato che le persone di età superiore ai 65 anni dovrebbero avere la priorità per i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna invece della versione AstraZeneca, perché c’erano più prove che dimostravano la loro efficacia nelle persone anziane.
La stragrande maggioranza del vaccino Oxford-AstraZeneca è prodotta nel Regno Unito. Il programma di vaccinazione contro il coronavirus nel Regno Unito è in pieno svolgimento e finora oltre 24,1 milioni di persone hanno ricevuto una prima dose mentre oltre 1,5 milioni hanno avuto anche un secondo jab. Nel Paese vengono somministrate dosi da Oxford-AstraZeneca e Pfizer-BioNTech. AstraZeneca ha anche alcuni stabilimenti in Europa, con siti in Germania e nei Paesi Bassi che producono il vaccino. Ci sono siti che producono il vaccino a Oxford e Keele con parti del processo in fase di completamento a Wrexham.
AstraZeneca ha collaborato con diversi produttori a contratto in tutta l’Ue per aumentare la produzione del suo vaccino Covid-19. Il vaccino è attualmente prodotto in due stabilimenti nei Paesi Bassi e in Belgio.
L’EMA e il WHO hanno anche affermato che i dati disponibili non suggeriscono che il vaccino abbia causato i coaguli e che le persone dovrebbero continuare a essere immunizzate con il vaccino. Il WHO ha invitato i Paesi a non sospendere le vaccinazioni contro una malattia che ha causato più di 2,7 milioni di morti in tutto il mondo.
A causa della sospensione, il governo italiano sta riorganizzando la campagna di vaccinazione, che sarà recuperata entro un paio di settimane grazie anche all’aumento delle dosi erogate da Pfizer.
Le raccomandazioni contenute nel nuovo rapporto redatto da Iss (Istituto Superiore di Sanità), AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) e dal ministero della Salute sono sempre più stringenti. Inoltre cambia anche la composizione del Comitato tecnico scientifico, con il presidente del CSS (Consiglio Superiore di Sanità) Franco Locatelli che ne sarà il nuovo coordinatore, mentre il resto del Comitato sarà composto da 12 membri contro i 26 attuali.