di Enrico Oliari –
E’ un mezzo rebus il ruolo del designato commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. Già due giorni fa, quando aveva annunciato la sua squadra, il capo della Commissione entrante Ursula von der Leyen aveva parlato di un’interazione dell’ex premier ed ex ministro degli Esteri italiano con Valdis Dombrovskis, già primo ministro della Lettonia e commissario europeo per la Stabilità finanziaria, ma la cosa sul momento non aveva destato particolari perplessità.
Dombrovskis, da sempre considerato un falco dell’austerity, è stato individuato dalla von del Leyen come uno dei tre vicepresidenti esecutivi insieme alla danese Margrethe Vestager (digitale e concorrenza) e all’olandese Frans Timmermans (clima), con delega alle Politiche economiche ed ai Servizi finanziari.
Messe lì così le due nomine di Gentiloni e di Dombrovskis appaiono più come una sovrapposizione che come un’interazione, e tutto lascia pensare che se l’italiano si batterà per una maggiore flessibilità, cioè per l’ossigeno chiesto ieri da Conte a Bruxelles per far partire gli investimenti, sarà il lettone a tenere ben stretta la chiave della gabbia antisforamento del deficit.
Se da dubito non sarà posta chiarezza fra i due ruoli e ne saranno delimitati in modo marcato i confini, c’è il rischio che con il tempo si verifichino incomprensioni e dissidi, l’esatto contrario di quella “collaborazione” messa lì in modo roseo dalla vulcanica Ursula von der Leyen.
Non a caso ieri capo delegazione degli eurodeputati del Pd, Brando Benifei, ha annunciato che le discussioni che prenderanno il via in ottobre per la fiducia alla nuova Commissione saranno l’occasione per chiedere chiarimenti e forse rivedere deleghe “discutibili”, a cominciare proprio dai ruoli di Gentiloni e di Dombrovskis, “penso ci siano delle cose da considerare, approfondire, rivedere, anche con le audizioni che faremo ai commissari”, ha spiegato ad alcuni giornalisti. “Vogliamo – ha continuato – chiarire bene il ruolo di Valdis Dombrovskis nel coordinamento dei portafogli economici e sociali, perché vogliamo che ci sia piena capacità di azione per il nostro commissario”.
Al momento la delega di Dombrovskis a “collaborare strettamente” con Gentiloni appare come quella di controllore con cappello e stivaloni: von der Leyen ha insomma voluto mettere le mani avanti per assicurare la tenuta dei conti in vista delle nubi all’orizzonte economico, si parla già di una crisi ormai prossima. Ed anche riferendosi al neo ministro dell’Economia italiano Roberto Gualtieri ha parlato di “una persona che conosce perfettamente quali siano le regole su cui ci siamo messi d’accordo, quali sono le aspettative dei paesi membri su regole che ci servono per rafforzare la zona euro”. Altro che flessibilità.