Ue. La Commissione vara le prime obbligazioni per finanziare il Sure e proteggere l’occupazione

di Elisabetta Corsi

La Commissione europea ha emesso la prima obbligazione sociale da 17 miliardi di euro a titolo dello strumento Sure dell’Unione Europea per contribuire a proteggere i posti di lavoro. L’emissione comprende due obbligazioni, una da 10 miliardi di euro con scadenza nell’ottobre 2030 e una da 7 miliardi di euro con scadenza nel 2040.
La domanda ha superato di 13 volte l’offerta disponibile e si è tradotta in condizioni di prezzo favorevoli per entrambe le obbligazioni. Tra gli stati che hanno aderito a questo strumento finanziario c’è l’Italia.
La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato che “Per la prima volta nella storia la Commissione emette obbligazioni sociali sul mercato per raccogliere fondi che contribuiranno a conservare l’occupazione. Si tratta di un passo senza precedenti, all’altezza del periodo eccezionale in cui ci troviamo. Non esitiamo davanti a nessuno sforzo per salvaguardare i mezzi di sussistenza dei cittadini europei. Sono lieta di sapere che i paesi duramente colpiti dalla crisi riceveranno sostegno in tempi brevi grazie allo strumento Sure”.
Entrambe le obbligazioni sono emesse a condizioni allettanti e corrispondenti all’interesse suscitato, la più grande emissione di obbligazioni mai effettuata dalla Commissione e di un avvio positivo per il programma Sure. Le condizioni alle quali la Commissione prende a prestito vengono trasferite direttamente agli stati membri beneficiari dei prestiti.
Le banche a cui è appoggiata la Commissione Europea per questa transazione sono state Barclays, BNP Paribas, Deutsche Bank, Nomura e Unicredit. I fondi saranno trasferiti agli stati membri sotto forma di prestiti che contribuiranno alla copertura dei costi direttamente connessi al finanziamento dei regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e delle misure analoghe adottate in risposta alla pandemia.
Oltre all’Italia, che riceverà 27,4 miliardi, gli altri stati beneficiari saranno Belgio, Spagna, Bulgaria, Croazia, Grecia, Cipro, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia.
Lo scopo è coprire i costi connessi al finanziamento dei regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e delle altre misure analoghe introdotte da esse in risposta alla pandemia, in particolare per i lavoratori autonomi. Possono essere finanziate anche alcune misure sanitarie in particolare sul posto di lavoro, per garantire una ripresa sicura delle normali attività lavorative.