Uganda. Il presidente Museveni si è scusato per le minacce di suo figlio di invadere il Kenya

di Alberto Galvi

Il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni si è scusato con il governo keniota e con il presidente William Ruto dopo che suo figlio, il tenente generale Muhoozi Kainerugaba, ha minacciato su Twitter di invadere il paese dell’Africa orientale, affermando di essere in grado di occuparne la capitale Nairobi in due settimane.
I tweet hanno dato il via a una catena di incontri diplomatici tra i due paesi nelle capitali, Kampala e Nairobi, e alla fine Museveni ha licenziato suo figlio da comandante delle forze di terra dell’esercito, per quanto lo ha promosso generale a quattro stelle.
In qualità di alto ufficiale delle forze armate, al figlio di Museveni è costituzionalmente vietato impegnarsi in politica, ma per i tweet sul Kenya sarebbe dovuto essere sottoposto alla Corte marziale.
Kainerugaba in passato ha anche espresso sostegno ai ribelli nella regione settentrionale etiopica del Tigrè, per cui il ministro degli Esteri dell’Uganda aveva dovuto convocare l’ambasciatore dell’Etiopia per riparare i danni. Alcuni dei sostenitori di Kainerugaba affermano che i suoi tweet sono umoristici e non dovrebbero essere presi sul serio. Inoltre quest’anno il tenente è stato fondamentale nel ristabilire le relazioni tra l’Uganda e il vicino Ruanda, dopo una lite di quasi due anni tra suo padre e il presidente Paul Kagame.
In Uganda molti credono che Kainerugaba succederà a suo padre come prossimo presidente del paese. Museveni è al potere dal 1986, ma si ritiene che stia prendendo in considerazione il ritiro dalla politica attiva.
Muhoozi Kainerugaba ha sostenuto anche l’invasione russa dell’Ucraina, e ha dichiarato sostegno al Ruanda nel suo continuo battibecco sui ribelli dell’M23 con la Repubblica Democratica del Congo. Dopo il colpo di Stato in Guinea dello scorso anno, Kainerugaba ha twittato che l’esercito ugandese avrebbe avuto bisogno di un giorno per disciplinare i soldati guineani ribelli. Infine lo scorso anno si è impegnato ancora una volta via twitter a combattere chiunque avesse attaccato l’Egitto.
Il suo uso dei social media è diventato oggetto di dibattito in Uganda, con alcuni sostengono che nonostante il suo grado nelle forze armate, anche lui abbia il diritto alla libertà di parola come qualsiasi ugandese.