Ungheria. Chiusi i campi per migranti al confine con la Serbia

di Mariarita Cupersito

L’Ungheria ha annunciato che chiuderà i campi migranti nelle zone di transito di Roszke, alla frontiera serbo-ungherese, dopo che una settimana fa la Corte di giustizia europea ha stabilito che i richiedenti asilo lì trattenuti illegalmente o comunque senza motivo andavano subito liberati.
“La zona di transito proteggeva i confini ungheresi. La malaugurata decisione della Corte Ue ci obbliga ad eliminarla”, ha dichiarato il sottosegretario Gergely Gulyas.
In piena notte, ancor prima dell’annuncio di Gulyas, circa 280 migranti tra cui molti bambini sono stati trasferiti in altri centri di accoglienza aperti all’interno del Paese.
La zona chiusa era stata definita “inumana” dalle organizzazioni civili per la difesa dei diritti umani: i richiedenti erano trattenuti dietro il filo spinato, controllati a vista dagli agenti armati e le loro richieste di asilo venivano generalmente respinte; a riportarlo è il Comitato Helsinki, ong di diritti civili che rappresenta i richiedenti asilo al tribunale e che aveva precedentemente chiesto il giudizio della Corte europea sulla detenzione dei profughi in containers, pratica in vigore in Ungheria da oltre un anno.
La normativa europea stabilisce che nessun richiedente asilo destinatario di una decisione di rimpatrio possa essere trattenuto perchè incapace di provvedere al proprio sostentamento; la Corte europa ha dunque disposto l’immediata liberazione dei migranti trattenuti nelle zone di transito di Roszke.
La reazione iniziale del governo ungherese alla sentenza era stata di diniego, ma l’annuncio di Gulyas costituisce una svolta inattesa che, secondo molti osservatori internazionali, potrebbe essere dovuta ai timori dell’Ungheria di perdere i fondi europei.