Usa. E’ guerra (fredda) di email: Clinton accusa i russi. E Trump ci si tuffa

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Trump clintonL’incaricato del Cremlino per la cooperazione internazionale nell’ambito della sicurezza informatica, Andrei Krutskikh, ha respinto le accuse mosse da Hillary Clinton secondo la quale sarebbero stati hacker russi a divulgare le oltre 20mila email del partito democratico che hanno portato alla luce un’operazione del comitato centrale, che avrebbe dovuto essere neutrale, volta a screditare il candidato alle primarie Bernie Sanders a vantaggio dell’ex segretario di Stato.
Tra l’altro alle accuse della Clinton si è accodato il presidente Barak Obama, il quale ha affermato che è “possibile” che vi siano hacker russi dietro la divulgazione delle email.
Krutskikh ha dichiarato oggi alla Interfax che “Penso che sia solo una follia e arrivare e questi argomenti è una dimostrazione di debolezza. La mia posizione è che gli americani non hanno fatto e continuano a non fare reclami ufficiali su nessuna delle piste”. “C’è una certa contraddizione – ha aggiunto -: ci sono reclami da parte di rappresentanti che combattono per la poltrona presidenziale e i rappresentati ufficiali della Casa Bianca non commentano o restano sul vago, ma non prendono posizioni ufficiali perché, in effetti, si parla di un tentativo di interferenza negli affari interni. Per questo reagiamo con grande serietà, perché pare insultante e inadeguato per il livello stesso della campagna per le elezioni presidenziali”. “Sul piano ufficiale – ha concluso – non si dice nulla e si muovono accuse per influenzare gli elettori americani. Penso che queste iniziative siano inadeguate e vengano prese da una posizione di debolezza”.
Nella querelle si è buttato anche il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, il quale ha affermato più volte in campagna elettorale di voler cercare un clima di distensione e di collaborazione con la Russia, in antitesi alla politica di Obama e a quella che ha preannunciato Clinton.
Sarcasticamente Trump ha invitato la Russia a trovare le 30mila email cancellate dai server privati di Hillary Clinton, cioè quelle relative al precedente scandalo che risale a quando la donna ea segretario di Stato. Per il magnate newyorkese Clinton è il “primo candidato presidente che incoraggia lo spionaggio contro il suo rivale”, cioè Sanders.
Stando ai sondaggi, il caos in casa dei democratici non sta pagando, tanto che Trump viene dato con 7 punti di vantaggio rispetto alla candidata democratica.