Usa. Sempre più i giovani con disturbi mentali

di C. Alessandro Mauceri

Spesso dagli USA giungono notizie di giovani che, entrati in una scuola armati fino ai denti, hanno fatto strage di innocenti. L’ultimo solo pochi giorni fa: un ex studente è entrato in una scuola a Nashville sparando e uccidendo diverse persone tra cui tre bambini. Il numero di casi di violenza legati all’uso di armi è impressionante. Quasi non passa giorno senza che vengano registrati nuovi morti.
Ma questi numeri non dovrebbero sorprendere. Non solo per l’eccessiva facilità con cui si può avere accesso alle armi da fuoco negli USA, quanto piuttosto per la percentuale mostruosa di giovani americani con una qualche forma di disturbo mentale. A denunciare questa situazione è il National Institute on Mental Health. Dai dati del National Comorbidity Survey Adolescent Supplement (NCS-A) si evince che, mediamente, negli Stati Uniti d’America, il 49,5% degli adolescenti presenta una qualche forma di disturbo mentale. E tra gli adolescenti con un qualsiasi disturbo mentale, il 22,2% avrebbe sofferto di gravi menomazioni e/o di angoscia.
Numeri impressionanti: dei minori di 15 e 16 anni, uno su due (49,3%) soffre di un qualche disturbo mentale. Tra i 17 e i 18 anni questa percentuale aumenta: 56,7%. Eppure questi dati potrebbero essere addirittura sottostimati. Le analisi del NSDUH AMI (disturbi) e SMI (disturbi gravi), infatti, sono generate partendo da un modello basato su dati di interviste cliniche. Questo significa che le persone che hanno disturbi che non sono inclusi in questi “moduli diagnostici” potrebbero non essere state incluse nelle statistiche. A questo si aggiunge che l’indagine non tiene conto di soggetti che non hanno un indirizzo fisso, ad esempio, senzatetto e/o persone transitorie non in rifugio. E neanche di quanti risiedono in quartieri di gruppi istituzionali, ad esempio, strutture correzionali, case di cura, istituti psichiatrici, ospedali a lungo termine.
Ma non basta. Tra i gruppi oggetto del sondaggio è stata rilevata un’alta percentuale di “non risposte”: per gli adolescenti la percentuale di “mancata risposta” è stata del 24,4%. un vuoto dovuto in parte al rifiuto a fornire i propri dati (21,3%) ma in molti casi dal rifiuto da parte dei genitori piuttosto che da adolescenti (72,3% e 81,0%, rispettivamente) dei fornire i dati con la firma per il consenso al trattamento dei dati.
Anche la Mental Health Association conferma la gravità della situazione tra i giovani americani: il 15,08% dei giovani statunitensi trai 12 e i 17 anni riferisce di aver sofferto di almeno un episodio depressivo maggiore (MDE) nell’ultimo anno. Un problema serio: “la depressione infantile ha maggiori probabilità di persistere nell’età adulta se non trattata”.
Numeri impressionanti e come se non bastasse in peggioramento: i giovani che hanno sperimentato MDE sono aumentati di 306mila rispetto ai dati dell’anno precedente. Gli stati dove è maggiore la prevalenza di giovani con MDE varia dall’11,36% nel Distretto di Columbia al 18,62% in Oregon. Ma non basta. Tra i giovani a stelle e strisce, il 10,6% (oltre 2,5 milioni di giovani) affronta una grave depressione maggiore. Ancora una volta con un aumento considerevole rispetto all’anno precedente: il numero di giovani che soffrono di MDE grave è aumentato di 197.000 rispetto al set di dati dello scorso anno.
Una situazione che trova riscontro anche nei dati contenuti nel rapporto “La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani” realizzato da UNICEF. Nel testo si legge che, nel mondo, “più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze”. 86 milioni hanno fra i 15 e i 19 anni e 80 milioni hanno tra i 10 e i 14 anni. Un dato pazzesco se si pensa che si parla solo dei disturbi diagnosticati. L’UNICEF conferma che i tassi più elevati si troverebbero in Medio Oriente e Nord Africa, in Nord America e nei paesi dell’Europa occidentale.
Un problema globale che ha conseguenze non indifferenti. Anche economiche. Secondo l’UNICEF, “l’impatto sulla vita dei bambini è incalcolabile”, ma “una nuova analisi della London School of Economics presente nel rapporto indica che il mancato contributo alle economie a causa dei problemi di salute mentale che portano a disabilità o morte tra i giovani ammonta a quasi 390 miliardi di dollari all’anno”.