Usa. Ucrainagate: Bolton pronto a testimoniare

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I membri del Congresso Usa, cioè la Camera bassa che al momento vede una maggioranza democratica, continuano a lavorare per mettere sotto impeachment il presidente Usa Donald Trump. Un aiuto concreto lo potrebbe dare l’ex consigliere per la Sicurezza John Bolton, il quale era succeduto a Michael Flynn, rimasto impigliato nel Russiagate. In settembre Bolton era stato a sua volta silurato a seguito di un’aspra discussione per la decisione di Trump di annullare di punto in bianco i colloqui con i talebani già fissati in Maryland e per aver reso noto lo stesso incontro, che sarebbe dovuto rimanere segretissimo.
Rifacendosi a proprie fonti, il Washington Post ha riportato che Bolton sarebbe oggi disposto a testimoniare, dopo che già altri hanno parlato delle sue preoccupazioni per le pressioni di Trump sull’Ucraina per avviare un’inchiesta ufficiale su Joe Biden e il figlio Hunter, già membro del consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma.
Una talpa aveva trascritto e reso nota la telefonata risalente al 25 luglio di Trump al collega ucraino Voldymyr Zelensky, in cui veniva formulata la richiesta di far partire le indagini volte a screditare l’immagine di Biden, per cui si era mosso l’avvocato Rudy Giuliani.
Bolton era preoccupato della cosa, tuttavia ha fatto sapere che non si presenterà davanti alla commissione della Camera se prima il non vi sarà la decisione del tribunale chiamato ad esprimersi sulla disputa costituzionale tra l’amministrazione e il Congresso a proposito dell’obbligo dei consiglieri di Trump di rispettare l’ordine a comparire emesso dalla Camera.
Bolton e Flynn sono solo due di un lungo elenco di collaboratori del presidente Usa licenziati o dimessisi in tre anni: ad esso si aggiungono l’ex ministro alla Giustizia Jeff Sessions, l’ex segretario alla stampa Sean Spicer, l’ex capo dello staff Reince Priebus, l’ex consigliere alla Sicurezza Herbert MacMaster e l’ex capo di Gabinetto John Kelly.