di Enrico Oliari –
I ministri degli Esteri e della Difesa di Russia, Turchia e Iran si sono incontrati come da programma a Mosca per fare il punto sulla crisi siriana, nonostante l’uccisione ieri dell’ambasciatore russo ad Ankara Andrey Karlov.
I ministri, per gli Esteri Lavrov, Cavusoglu e Zarif, hanno ravvisato che non esiste soluzione alla crisi se non la via politica e quindi quella delle delle trattative, pur considerando che la il paese deve restare unico e non frammentato in staterelli.
Sergei Lavrov ha spiegato in conferenza stampa che per la Russia, la Turchia e l’Iran “non è una priorità il cambio di regime in Siria”, mentre lo è “proteggere l’integrità della nazione e lottare contro il terrorismo”.
C’è quindi un cambio radicale di posizione della Turchia, che per anni ha sostenuto alle riunioni di Ginevra la centralità delle dimissioni del presidente siriano Bashar al-Assad e del suo entourage.
Dai processi di pace verranno esclusi i gruppi jihadisti di Jabat Fatah al-Sham (ex al-Nusra) e dell’Isis, ma anche qui vi sono delle novità in quanto non sono stati menzionati Jaysh al-Islam e Ansar al-Sham, salafiti ed attivissimi nel conflitto ad esempio di Aleppo, considerati fino ad oggi terroristici da Mosca e Teheran, mentre Ankara inviava loro armi ed equipaggiamenti.
Cavusoglu ha ravvisato la necessità di tagliare gli aiuti militari e dei beni ai gruppi non terroristici, ma ha chiesto che la stessa cosa valga per gli Hzbollah libanesi (armati dall’Iran), poiché “non è corretto intervenire solo su una parte”. Lavrov gli ha tuttavia ricordato che vi sono gruppi, tra cui gli Hezbollah libanesi, “che sono stati invitati a combattere dal legittimo governo” siriano.
Per il generale Sergei Shoigu, ministro russo della Difesa, Turchia, Russia e Iran sono pronti a cooperare per la soluzione della crisi dopo il palese “fallimento degli Stati Uniti” dovuto all’incapacità di “incidere sul campo”.
Usa e Onu nei giorni scorsi non hanno celato un certo fastidio per essere stati esclusi dall’incontro di oggi, per l’inviato speciale dell’Onu per la crisi siriana Staffan de Mistura ha affermato oggi l’intenzione di convocare le parti in lotta nei prossimi mesi.