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Il ballottaggio per le presidenziali in Colombia ha visto la vittoria di Ivan Duque, che con il 53,9% delle preferenze ha battuto il candidato di centrosinistra Gustavo Petro (41,8%). La destra democratica dell’ex presidente Alvaro Uribe torna quindi al potere in Colombia, nonostante l’importante obiettivo messo a segno dall’ormai ex presidente Juan Manuel Santos, Premio Nobel per l’impegno adottato nel raggiungimento di un accordo di pace con le Farc, che da “Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo” sono divenute “Fuerza autonoma revolucionaria del Común” ed oggi partecipano al Parlamento.
Uribe per primo si era scagliato contro l’accordo di pace per l’alto numero di civili e di militari rimasti uccisi in 57 anni di conflitto (complessivamente 200mila vittime, di cui l’80% civili), al punto di riuscire a far bocciare il referendum popolare e a costringere Santos a modificare la legge e a farla passare solo dal Parlamento.
Così anche Duque in campagna elettorale ha annunciato la revisione dell’accordo, per cui sarà da vedere cosa faranno le Farc “istituzionalizzate”, mentre già vi sono frange che non hanno consegnato le armi.
Le altre sfide che aspettano Duque sono la lotta alla corruzione, un programma di privatizzazioni e il rilancio dell’economia.
