Siria. Russia e Turchia si accordano per il cessate-il-fuoco. Escusi dalle trattative Onu, Usa e Ue

di Enrico Oliari –

Russia e Turchia hanno finalmente trovato un accordo sulla crisi siriana, un’intesa che potrebbe portare ad un cessate-il-fuoco duraturo, con l’esclusione dei “gruppi terroristici”, com’è citato in una nota dell’agenzia Anadolu.
Le posizioni tra i due paesi sono state in antitesi durante i cinque anni di conflitto, fino al rinsaldarsi dei rapporti nell’agosto di quest’anno e comunque dopo le scuse ufficiali per l’abbattimento da parte turca del Su-24 nel novembre 2015. La Turchia, paese membro della Nato ma negli ultimi tempi sempre più protesa verso la Russia, ha sostenuto i ribelli siriani nell’insurrezione contro Bashar al-Assad, come pure ha permesso il transito di decine di migliaia di forein fighters diretti anche all’Isis e a Jabat Fatah al-Sham (al-Qaeda), di merci, armi petrolio e quant’altro, ed ha avviato un’operazione volta a contrastare l’espansione dei curdi siriani dell’Ypg, per intenderci quelli di Kobane, lungo il confine ad ovest.
Mosca si è invece schierata con la parte avversa, con i lealisti di Bashar al-Assad, anche perché la Siria è fin dai tempi dell’Unione Sovietica territorio di influenza nel Mediterraneo ed ospita da sempre una base navale a Tartus: l’intervento della Russia, soprattutto dell’aeronautica, ha permesso di dare una svolta al conflitto, si pensi alla recente conquista di Aleppo.
In questo quadro i ministri degli Esteri russo e turco, Serghei Lavrov e Mevlut Cavusoglu, si sono sentiti per l’ennesima volta ieri al telefono, ed hanno concordato di fare ciascuno pressione sulle proprie parti, cioè sui ribelli e su Damasco, “perché entri in vigore dalla mezzanotte di oggi” il cessate-il-fuoco, “in tutte le zone di combattimento tra le forze governative e quelle ribelli”.
L’intesa viene oggi sottoposta alle parti, cioè ai ribelli e a Damasco, ma ha certamente più possibilità di funzionare dei molti fallimenti Onu collezionati dall’inviato Staffan de Mistura, oggi clamorosamente grande escluso come pure gli Stati Uniti e l’Unione Europea dal tavolo dei colloqui. Gli altri grandi attori della crisi siriana, cioè Arabia Saudita, Qatar e Iran, rifanno le loro posizioni ad Ankara o a Mosca.
L’accordo, di cui non si conoscono i termini, potrebbe permettere di evitare che la provincia di Idlib si trasformi in ciò che è stata Aleppo, mentre potrebbe portare a concentrare le energie contro lo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, nemico di tutti.