di Shorsh Surme –
La Turchia di Erdogan non si smentisce e a p giorni dal processo ingiusto intentato nei confronti del presidente del Partito Democratico dei Popoli (Hdp) Selahattin Demirtas, è stato rubato il computer del suo avvocato difensore, dove teneva tutti i documenti che potevano scagionare il politico curdo dalle false accuse..
Infatti nella tarda serata di domenica ignori hanno fatto irruzione nell’ufficio dell’avvocato Mehmet Emin Aktar a Diyarbakir (Amed), la capitale del Kurdistan della Turchia (Kurdistan del Nord), prelevando il suo computer che conteneva informazioni relative al processo Demirtas.
Demirtas, co-presidente dell’Hdp, è chiamato a difendersi da pensanti accuse legate al terrorismo e di legami con il partito del Lavoratori del Kurdistan (Partiya Kerkarani Kurdistan, Pkk), del tutto infondate; il partito è stato votato dal popolo curdo ed anche da una buona parte dei turchi democratici, tanto che nel 2015 era riuscito a sbarrare la strada a Erdogan alle elezioni con la sua storica entrata in Parlamento, conquistando 59 seggi.
L’Hdp ha continuato a negare le accuse, usate del governo del “sultano” Recep Tayyip Erdogan per reprimere l’opposizione.
La Turchia è divisa tra coloro che sono fedeli a Erdogan e quelli che non lo sono, e questi ultimi vengono automaticamente etichettati come “terroristi”, “traditori” o “nemici” da un regime che è sempre più autoritario. Erdogan e il suo partito dimenticano che non c’è democrazia senza opposizione.
Ora vedremo cosa succederà il 7 dicembre prossimo, quando comincerà il processo con le false accuse.