di Vanessa Tomassini –
“Credo che il messaggio che viene dall’incontro di oggi è che mettendo insieme le forze e dandoci una strategia si possono ottenere dei risultati: rendere più governabile il flusso delle grandi migrazioni e lavorare allo sviluppo dell’Africa”, ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in conferenza stampa al termine del vertice sull’immigrazione tenutosi all’Eliseo.
All’incontro hanno preso parte oltre a Francia, Italia, Germania e Spagna, i leader di Niger, Ciad e Libia, paesi attraversati dalle rotte migratorie dall’Africa verso l’Europa. Presente anche l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri Federica Mogherini.
Il presidente francese Manuel Macron ha affermato che quella dei migranti è una “sfida che ci riguarda tutti e che nessuno può risolvere da solo”, si tratta di un’esigenza morale, di solidarietà, ma anche un principio di azione e di efficacia per cui “dobbiamo agire tutti insieme, dai Paesi d’origine fino all’Europa, passando per i Paesi di transito per condurre un’azione efficace”. Macron ne è certo, la crisi migratoria è una sfida non solo per l’Europa, ma anche per l’Unione Africana.
Gentiloni è uscito soddisfatto dal meeting, finalmente l’Europa sembra aver compreso che l’Italia non può essere lasciata sola nella gestione dei flussi migratori dal Nordafrica. “Oggi abbiamo fatto un passo avanti in questa direzione – ha spiegato il presidente del Consiglio – per l’Italia, questa è un’importante occasione anche per un punto: per le azioni di collaborazione con le autorità libiche, di cui ringrazio al-Sarraj. È molto importante per Italia e Libia che da qui ci sia l’impegno comune a queste iniziative”.
Complimenti all’Italia anche da Angela Merkel: “chiaramente l’Italia e la Libia sono elemento fondamentale come interfaccia, ringrazio quindi il presidente libico Fayez al-Serraj e il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni”, ha detto la cancelliera tedesca. “Ad agosto – ha ricordato la Merkel – sono arrivati 3.500 migranti e le morti sono diminuite: il numero di migranti si riduce un po’ e si riducono anche gli annegamenti”. Ha sottolineato anche l’importanza di giungere a una stabilità in Libia, dove “la situazione deve migliorare, daremo sostegno concreto in modo tale che chi vive in situazioni inaccettabili possano avere un futuro accettabile”. La cancelliera ha anche sottolineato l’importanza dei controlli di chi arriva in Europa, è necessario “chiarire chi sono coloro che vengono dalla Libia”.
Gentiloni si è detto “diffidente verso chi propone soluzioni immediate che possono cancellare questo fenomeno”. Ha poi chiarito che “noi non rinunciamo alla nostra tradizione di accoglienza, ma questi fenomeni vanno controllati. Negli ultimi mesi abbiamo conseguito dei risultati che vanno ottimizzati, ma questo impegno va europeizzato perché non può essere lasciato a un solo Paese. Questi risultati dimostrano che il vento può cambiare”. Gentiloni ha anche sottolineato la necessità di “lavorare per i rimpatri volontari e assistiti e di sostituire gradualmente soluzioni legali a quelle irregolari. A un modello irregolare e illegale governato dai trafficanti va sostituito un modello legale”, ha insistito il capo del governo aggiungendo che “Finalmente abbiamo una certa chiarezza nella strategia da portare avanti”.
Emmanuel Macron ha annunciato che “oggi nasce una squadra per tradurre in atti le parole”, e ha ricordato che nei prossimi giorni una riunione a livello ministeriale darà seguito agli accordi presi oggi a Parigi, che saranno anche oggetto del prossimo vertice Ue-Africa, magari preceduto da un incontro in Spagna.
Collaborazione anche dai leader Africani. Primo fra tutti il presidente del governo di Tripoli Fayez al-Serraj, che ha ringraziato pubblicamente l’Italia “per la formazione e la dotazione della Guardia costiera libica che ha già permesso di salvare molti migranti”.
Il presidente del Ciad, Idriss Debby, ha ricordato il rischio legato all’arrivo di migranti legati al terrorismo, o che possano radicalizzarsi: “Alcuni migranti vanno ad ingrossare le fila dei terroristi, che reclutano tra gli individui più fragili e, fintantoché non verrà risolto il problema della Libia, queste persone potrebbero arrivare in Europa”, ha osservato il presidente ciadiano. Ha poi sottolineato l’importanza di trovare le cause che spingono giovani africani ad attraversare il deserto, mettendo a rischio la loro stessa vita. “È la povertà. La mancanza di istruzione. Sono tutti elementi da tenere in considerazione”, ha aggiunto Debby.
Positivo anche il rappresentante del Niger, Mahamadou Issoufou, il quale ha affermato che “È necessario stabilizzare la Libia con il sostegno ai paesi che lottano contro Boko Haram. Il Niger è molto impegnato nella lotta contro le immigrazioni irregolari.” “È insopportabile – ha aggiunto – che migliaia di africani muoiano nel deserto e nel Mediterraneo. Abbiamo bisogno di rafforzare la nostra capacità di sicurezza e poi lo sviluppo. Questo piano oggi fa queste proposte e mi fa piacere aver l’appoggio dell’Ue sul piano”.
Per concludere il presidente francese ha riassunto i punti cardine della nuova strategia che prevede “di mettere in atto controlli sui migranti direttamente in Africa”, dove sarà attivo l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) attraverso “un’identificazione già nei Paesi di transito” e una cooperazione con i Paesi africani che prevede anche una presenza militare sul campo. “Abbiamo dato il via libera ad un piano d’azione a breve termine molto rapido – ha detto il leader francese – e mi sembra la risposta più efficace al fenomeno intollerabile dei trafficanti di esseri umani che hanno fatto un cimitero del deserto e anche del Mediterraneo e sono legati al terrorismo”. Il piano d’azione, ha spiegato, servirà a prevenire ulteriori problemi e ulteriori flussi e prevede anche “la possibilità di organizzare un rientro nei Paesi di origine”.
Tra le cose su cui si metterà mano vi è appunto la creazione di campi in Ciad e Niger dove già lì si farà in base alle liste Unhcr la distinzione fra profughi con diritto di chiedere asilo e migranti economici; vi sarà poi un maggior impegno nella lotta ai trafficanti con anche la presenza di militari sul posto, cosa voluta in particolare da Macron; si è pensato poi ad un sostegno economico per Ciad, Niger e Libia sia per il tessuto economico-sociale che per l’acquisto di mezzi necessari a sorvegliare le frontiere e a gestire i migranti.
Insomma sul tavolo tutti d’accordo, non ci resta che attendere se le parole, come ha detto Macron, questa volta diventeranno fatti. Le premesse ci sono davvero tutte.