Canada. Il 20 settembre le elezioni federali

di Alberto Galvi

Le prossime elezioni federali del Canada si terranno il 20 settembre e saranno incentrate sul cambiamento climatico, visto l’abbondanza di risorse naturali e un’economia costruita sull’estrazione del petrolio, che ha comportato un aumento delle emissioni.
In questa tornata elettorale si voterà per i 338 membri della Camera dei Comuni, che saranno eletti per un mandato di 4 anni. I 105 membri del Senato invece sono nominati dal governatore generale su consiglio del primo ministro e possono rimanere in carica fino all’età di 75 anni.
Il primo ministro nomina i membri del governo federale ed è il leader del partito di maggioranza o della coalizione di maggioranza alla Camera dei Comuni. Il premier è generalmente designato dal governatore generale, il quale è a sua volta nominato dalla monarca del Regno Unito e del Commonwealth Elisabetta II.
Durante la campagna elettorale i principali partiti hanno reso noto le loro intenzioni su come il Canada potrà soddisfare gli obblighi dell’Accordo di Parigi, che mira a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius.
I sondaggi elettorali suggeriscono un parimerito tra il Partito Liberale al potere, guidato dal primo ministro Justin Trudeau, e i conservatori guidati da Erin O’Toole. Gli altri tre leader federali sono Jagmeet Singh dell’NDP (New Democratic Party), Yves-Francois Blanchet del Bloc Quebecois e Annamie Paul del Partito dei Verdi.
In Canada dal 2019 viene utilizzato il voto via internet per le elezioni locali e per i territori del nord-ovest, ovvero in centinaia di comuni dell’Ontario e della Nuova Scozia per consentire agli elettori assenti di votare online. Tuttavia il giorno delle elezioni non verranno utilizzati metodi elettronici per la votazione o il conteggio delle schede.
Il clima canadese si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale, nonostante il governo Liberale abbia firmato per una riduzione delle emissioni di gas serra. Ricordiamo che il Canada è il quarto produttore di petrolio al mondo, e che in estate si sono toccati i 50 gradi in alcune città. Gli ambientalisti e alcune comunità indigene hanno chiesto da tempo al governo di porre fine all’espansione della produzione di combustibili fossili e di eliminare tutti i nuovi progetti in cerca di approvazione federale. Nonostante la loro ferma opposizione il governo di Trudeau ha acquistato il progetto di espansione del gasdotto Trans Mountain, sostenendo che le entrate generate dal gasdotto sono necessarie per finanziare la transizione verde del Canada.
I Liberali prevedono di aumentare il prezzo del carbonio ed eliminare i sussidi ai combustibili fossili entro il 2023. L’NDP ha promesso di porre fine ai sussidi ai combustibili fossili, mentre i Verdi hanno promesso di annullare tutti i nuovi progetti di pipeline.
Per quanto riguarda le riduzioni di gas serra i Liberali prevedono entro il 2030 di ridurli tra il 40-44 per cento rispetto ai livelli del 2005, l’NDP del 50 per cento e i Verdi e i Conservatori rispettivamente del 60 e del 30 per cento.
Da parte sua il Partito Conservatore propone per la prima volta dopo anni di lotta una tassa sul carbonio. All’inizio di quest’anno il partito ha rifiutato di dichiarare ufficialmente il cambiamento climatico reale, indebolendo la sua credibilità. O’Toole ha tuttavia promesso di voler raggiungere gli obiettivi originali di Parigi.
A una settimana dal voto i Liberali del premier Trudeau hanno gli stessi consensi che avevano alla fine del 2019, quando avevano votato l’ultima volta a livello federale, in cui hanno ottenuto un governo di minoranza.