Cina. Caso Huawei: tensione crescente con il Canada

di Marco Pugliese –

L’ arresto a Vancouver di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria di Huawei e figlia del capo della società, ha creato stallo diplomatico tra Cina e Canada. Le autorità cinesi negli ultimi giorni hanno arrestato prima un diplomatico e poi un ex diplomatico (ora analista per Crisis Group), mentre oggi è finito agli arresti un cittadino canadese che si trovava in Cina per lavoro. Il tutto fa pensare ad una ritorsione per l’arresto di Meng Wanzhou su mandato degli Usa; la donna al momento è libera su cauzione con l’impossibilità di uscire dal paese. Complicati anche i rapporti tra gli Usa e la Cina, con Trump che pretende l’estrazione della Meng. Estradizione a cui il presidente Usa potrebbe rinunciare in cambio d’un accordo commerciale favorevole e risolutivo con Pechino, una conclusione soft per una guerra commerciale che si trascina da mesi. Ufficialmente la signora Meng è stata arrestata con l’accusa d’ aver violato le sanzioni Usa inflitte all’Iran. Da qui l’accusa della Cina al Canada, ovvero una collaborazione velata con il governo Usa per portare all’arresto della figlia del capo della Huawei. L’azienda è anche bandita dalle basi militari Usa e Nato con l’accusa d’essere una “tecnologia utilizzata per intelligence” e quindi per spiare. Nessun addetto alle basi Usa e Nato quindi può più possedere apparecchiatura con tecnologia Huawei.
Il caso Huawei per Trump è una leva in grado di risolvere a favore degli Usa la guerra commerciale in corso, cruenta e che vede la Russia e l’Ue ancora spettatori in un teatro globale che a livello tecnologico, commerciale e militare si presenta sempre più complesso.