Cina – Giappone: Abe e Li si incontrano per implementare le relazioni bilaterali

di Guido Keller

Il premier Giapponese Shinzo Abe si è recato in visita ufficiale in Cina, cosa che non accadeva dal 2001, dove ha incontrato il collega Li Keqiang. Il colloquio, definito “cordiale”, è servito per dare un nuovo impulso alle relazioni bilaterali e a rispolverare il Trattato di pace e di amicizia del quale oggi ricorreva il Quarantesimo, dopo gli ultimi anni passati fra le tensioni soprattutto per la corsa agli armamenti da parte della Cina e la conseguente necessità per il Giappone di abrogare la Costituzione pacifista e di dotarsi di un apparato militare di prim’ordine, incrementando di continuo le spese per la Difesa.
Nel 2013 un convoglio cinese aveva per la prima volta circumnavigato il Giappone doppiando lo Stretto di Perouse, ma poi ci sono state le tensioni per le isole contese Takeshima e Senkaku, la costruzione di isole artificiali nel mar Cinese Meridionale e le continue esercitazioni militari, di recente congiunte con la Russia.
Il premier cinese Lì ha auspicato che, visto “Il moltiplicarsi di problemi irrisolvibili per un singolo paese”, “i due paesi promuovano assieme la pace a livello regionale” e che “proteggano il multilateralismo e la libera impresa”, mentre Abe ha osservato che “il Giappone e la Cina hanno un ruolo insostituibile nello sviluppo economico dell’Asia e del mondo”. Il premier giapponese ha poi aggiunto che “I nostri due paesi fanno sforzi continui per migliorare le loro relazioni”, e che attraverso tale impegno “getteremo le fondamenta per la pace e la prosperità nell’Asia Nord-orientale”.
In conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang, ha poi sottolineato che “Il Giappone è un vicino importante della Cina”, ed ha spiegato che nell’incontro fra i due premier è stato confermato che i due paesi continuano a cooperare in quanto partner commerciali e che non saranno mai “una minaccia l’uno per l’altro”.
La manovra di Pechino di intensificare le relazioni, tra cui ammorbidire il divieto di importazione di generi alimentari introdotto dopo l’incidente di Fukushima, è da leggersi nella necessità di tranquillizzare l’area vista l’importante crescita economica e nel contempo trovare alleati per far fronte comune alla politica di dei dazi introdotta da parte del presidente Usa Donald Trump, cosa che ha innescato una catena di contromisure che sta sfociando in una guerra commerciale.