CINA. Oscurati due blogger, ‘diffondono voci false’. Partito comunista rafforza controlli su sito da 200 mln utenti

Ansa, 29 ag0 11 –

Il piu’ popolare portale internet cinese, Sina Corporation, quello che ospita il servizio di microblogging cinese equivalente a Twitter, che in Cina e’ vietato, ha inviato un messaggio ai suoi 200 milioni di utenti smentendo le ”voci” diffuse da due blogger che sono anche stati ”sospesi”. L’iniziativa e’ stata presa in seguito ad un ”invito” del Partito Comunista, che ha chiesto alle societa’ di esercitare un maggiore controllo sull’informazione, e ad una visita fatta agli uffici di Sina da Liu Qi, il potente capo del Partito della capitale. La visita di Liu e’ avvenuta una settimana fa, e il dirigente comunista non ha fatto, a quanto si e’ saputo, nessuna specifica richiesta alla societa’, limitandosi a criticare coloro che diffondo ”voci” non verificate sulla rete. Ma la decisione ha scatenato le critiche degli internauti che ritengono la Sina abbia preso il provvedimento in seguito alla visita di Liu. Uno dei due blogger ”sospesi” aveva diffuso la notizia, falsa secondo il portale, che il colpevole dell’ assassinio di una giovane donna a Wuhan, nella Cina centrale, era stato rilasciato perche’ suo padre e’ un importante dirigente politico. La polizia di Wuhan, ha sostenuto il portale, ha precisato invece che l’ uomo e’ ancora agli arresti. Un altro blogger aveva scritto che la Croce Rossa cinese, gia’ investita da scandali in passato, chiederebbe alte somme di denaro per fornire sangue a chi ne ha bisogno. Sina ha puntualizzato che l’ organizzazione ”non ha alcun ruolo” nella fornitura di sangue agli ospedali. Secondo i dati diffusi alla fine di giugno dal Centro Nazionale per l’ Informazione su Internet, la Cina ha oggi 485 milioni di utenti della rete, una cifra che si ritiene destinata a crescere. Mentre proprio il servizio di microblogging sotto tiro registra una crescita record del 200% negli ultimi sei mesi durante i quali gli utenti sono passati da 60 milioni a 200 milioni. Internet e’ diventato negli ultimi anni il canale preferito di espressione dell’ opinione pubblica ed e’ l’ unico mezzo di comunicazione cinese a non essere controllato direttamente dal Partito Comunista. Il governo cinese vuole sviluppare la rete per l’ economia e l’ educazione ma teme che essa possa venire usata per diffondere le opinioni critiche sul Partito. Per esempio, l’ artista e dissidente Ai Weiwei e’ seguito su Twitter (accessibile attraverso i cosiddetti Virtual Private Network, o Vpn) da 70 mila internauti. I timori del partito unico cinese si sono poi ulteriormente rafforzati con le rivoluzioni democratiche in Egitto e Tunisia, nelle quali i social network hanno giocato un ruolo di primo piano. I grandi portali cinesi sono in maggioranza privati ma i loro proprietari si attengono alle severe regole di controllo dettate dal Partito per non rischiare di perdere la loro fetta in un business miliardario. Baidu Inc, che gestisce il motore di ricerca piu’ usato in Cina, ha registrato un aumento degli utili del 95% nel primo trimestre del 2011, toccando la cifra di 252,6 milioni di dollari. La stessa Sina Cor, nonostante i massicci investimenti con i quali ha messo in piedi i microblog, ha avuto nello stesso periodo profitti per dieci milioni di dollari.