Colombia. Annunciata la ripresa dei trasporti con il Venezuela

di Paolo Menchi

In un recente libro (“Cuando éramos felices pero no lo sabíamos “) la scrittrice colombiana Melba Escobar aveva parlato di Colombia e Venezuela come di due “fratelli siamesi separati alla nascita”, per evidenziare i forti legami che sono sempre esistiti tra di loro, fin da quando facevano parte della stessa nazione, la Gran Colombia voluta da Simon Bolivar.
Purtroppo negli ultimi anni le diverse visioni politiche dei due governi avevano sempre di più allontanato i due paesi che non avevano nemmeno più relazioni diplomatiche né commerciali.
Dopo l’elezione di Petro, primo presidente di sinistra della Colombia, le cose sono cambiate, tanto che una decina di giorni fa era stata annunciata la ripresa delle relazioni diplomatiche, dopo tre anni di stop, a seguito del riconoscimento da parte dell’allora presidente colombiano Duque, di Guaidò come presidente autoproclamato del Venezuela.
Ieri i due presidenti hanno effettuato un altro importante annuncio, vale a dire la ripresa dei collegamenti aerei e via terra, a partire dal 26 Settembre, quando si aprirà la frontiera.
Cinque compagnie aeree (Avianca, Latam, Ultra, Wingo y Avior) si occuperanno di coprire alcune tratte tra le due nazioni.
Il ripristino dei collegamenti è il viatico per la completa ripresa delle relazioni commerciali tra i due paesi che, in questo campo, hanno anche bisogno l’uno dell’altro.
Comincia quindi l’uscita dall’isolamento internazionale del Venezuela voluto dagli Stati Uniti nella speranza di far cadere Maduro, tentativo decisamente fallito ma che ha inguaiato ancora di più la popolazione venezuelana.
Il governo colombiano non intende assolutamente estradare i rifugiati politici che si erano battuti contro Maduro, ritiene invece di doversi proporre come mediatore tra governo e opposizione venezuelani affinché le trattative, che erano iniziate in Messico, si riattivino, per fare in modo che le elezioni del 2024 si svolgano in modo corretto e sereno e che chi perderà possa accettare la sconfitta senza tirare in ballo presunti brogli ed alimentare odio e violenza, per riportare gradualmente il Venezuela alla normalità.
Non sarà un percorso facile, almeno finché Maduro sarà il capo incontrastato del partito chavista, la speranza è che possano emergere leader alternativi che si propongano con un atteggiamento più morbido nei confronti dell’opposizione per arrivare più facilmente ad un accordo.