Francia. Macron infervora i musulmani con misure laiciste

In risposta boicottati i prodotti francesi.

di Alberto Galvi

Il mondo islamico in questi giorni è in fermento contro il presidente francese Emmanuel Macron, il quale aveva affrontato il dibattito sull’estremismo islamico già prima della barbara uccisione dell’insegnante 47enne Samuel Paty nel suo discorso del 2 ottobre scorso sulla laicità, un intervento che conteneva una serie di proposte per regolamentare gli imam e le moschee.
Paty era un popolare insegnante di storia e geografia di una scuola della periferia parigina, ma ha mostrato ai suoi studenti alcuni cartoni animati ritenuti offensivi dai musulmani in quanto raffiguranti una copia delle vignette del profeta Maometto che aveva provocato l’attacco alla rivista Charlie Hebdo cinque anni fa.
Paty fu decapitato da un 18enne di origine cecena. In totale sono state sette le persone che a vario titolo sono state accusate della morte dell’insegnante, ed il grave fatto ha aperto un ampio dibattito in Francia sulla laicità. Il presidente Emmanuel Macron ha quindi consegnato alla famiglia dell’insegnante la più alta onorificenza della nazione, la Legion d’Honneur.
Macron ha così dichiarato il suo impegno a combattere il “separatismo islamista” che minaccia di impadronirsi di alcune comunità musulmane residenti in Francia.
In seguito a queste dichiarazioni il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha messo in dubbio la salute mentale del presidente francese, mentre i musulmani in diversi Paesi hanno chiesto il boicottaggio dei prodotti francesi.
Successivamente il presidente pakistano Imran Khan si è unito al presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel criticare il presidente francese Emmanuel Macron per i suoi recenti commenti sull’Islam.
In diversi Paesi islamici e non solo la popolazione ha criticato Macron sui social media, posizioni che hanno portato diverse associazioni di categoria arabe ad annunciare il boicottaggio dei prodotti francesi, mentre le persone nei Paesi a maggioranza musulmana hanno indetto proteste di piazza.
Nelle scorse settimane alcuni avevano già accusato Macron di tentare di reprimere la libertà di professare la fede islamica in Francia attraverso misure che includono un maggior controllo del mondo della scuola, un’istruzione domiciliare limitata e un monitoraggio più rigoroso delle organizzazioni sportive e di altre tipologie di associazioni, in modo che non diventino il retro dell’insegnamento islamista.
Inoltre è stato previsto un controllo sui finanziamenti esteri delle moschee e con la fine del sistema degli imam inviati in Francia da altri Paesi. Entro la fine dell’anno le misure annunciate dal presidente Macron saranno discusse ed inviate in parlamento per essere votate.
La visione francese dell’uguaglianza tra i cittadini, per la quale la laicità è centrale, vede come un’espressione di libertà tenere le loro convinzioni religiose fuori dai luoghi pubblici.
L’esempio del velo islamico, anche del semplice “hiyab” è un classico, essendo vietato nelle università pubbliche: la libertà di credere o non credere si scontra con la libertà di professare la propria fede per i musulmani.