Gaza. Razzi su Israele e raid sulla Jihad. Hamas non coinvolto

di Guido Keller

Continuano a suonare le sirene in Israele, ora anche nel sud del paese, per i razzi, già 250 in buona parte intercettati dalle batterie Iron Dome, che piovono specialmente sui villaggi prossimi al confine di Gaza. Sulla Striscia invece a colpire sono i caccia, almeno 16 raid su obiettivi della Jihad che hanno provocato una ventina di morti, ma il rischio è che la situazione si aggravi ulteriormente.
Tutto è iniziato ieri con l’uccisione in operazioni guidate dal Mossad di due dei massimi esponenti della Jihad islamica: Akram al-Ajouri è rimasto vittima con alcuni famigliari nell’esplosione di un ordigno a Damasco, in Siria, nei pressi dell’ambasciata libanese; Baha Abu al-Ata, numero uno della Jihad a Gaza, ê stato ucciso con la moglie nella sua casa situata nel rione Sajaya, e l’esplosione ha causato il ferimento di due vicini.
Dai minareti si sono alzate grida di vendetta, il capo politico della Jihad islamica, Ziad Nahale, ha dichiarato ai media che “Israele ha oltrepassato tutte le linee rosse, noi reagiremo con forza”, sono stati distribuito volantini a Gaza riportano che “La nostra reazione farà tremare l’entità sionista”.
L’operazione del Mossad contro i due era già stata preparata per maggio, ma non era partita per l’imminenza delle elezioni, mente ieri c’è stato il via libera dei militari e del governo.
Baha Abu al-Ata era considerato il responsabile del lancio di razzi della scorsa primavera su Israele, ed anche da Hamas, partito egemone a Gaza, era considerato una testa calda, uno che agiva con il suo gruppo in modo autonomo ed al di fuori di ogni controllo. I suoi lanci di razzi avevano mandato in fumo più che le case degli israeliani, le flebili trattative fra Hamas e gli israeliani per ottenere concessioni.
Il portavoce dell’esercito, il generale Hidai Zilberman, ha reso noto che, per quanto la situazione sia fragile, Hamas al momento non è coinvolto: “Non stiamo attaccando Hamas e gli obiettivi della Jihad Islamica che colpiamo non sono al centro della città di Gaza, perché comprendiamo che stiamo camminando su una corda tesa. Non vogliamo uccidere civili che potrebbero portare Hamas a unirsi al combattimento”.
I valichi con la Striscia sono stati chiusi.