Guinea. Le proteste antigovernative mettono soto pressione il governo militare ad interim

di Alberto Galvi

Le proteste antigovernative stanno guadagnando consenso in Guinea, mettendo sotto pressione il governo militare ad interim. Inoltre l’esercito al potere ha chiuso due stazioni radio di proprietà del gruppo Afric Vision, ha limitato l’accesso a siti Web e social media popolari e ha minacciato di chiudere qualsiasi media. Il governo ha negato le accuse di repressione nei confronti di Afric Vision e il blocco di Internet.
In Guinea i partiti politici dell’opposizione avevano inizialmente accolto con cautela il colpo di Stato del settembre 2021, che ha destituito il presidente Alpha Condé il quale è stato criticato per aver modificato la costituzione al fine di ottenere un terzo mandato. I civili stanno ora chiedendo al governo di rispettare la libertà di stampa sancita dalla costituzione.
I rapporti con il leader del governo ad interim, il colonnello Mamad Doumbouya, si sono inaspriti dopo che i principali partiti di opposizione hanno rifiutato la transizione di 36 mesi alle elezioni approvata dal Parlamento ad interim lo scorso maggio. Il governo ha ridotto lo scorso ottobre la transizione a due anni, dopo che l’ECOWAS (Commissione economica per gli Stati dell’Africa occidentale) ha respinto il piano di transizione triennale e ha imposto sanzioni. Questo non è riuscito a placare i partiti di opposizione.
Il governo di Doumbouya in risposta ha vietato tutte le manifestazioni pubbliche e da allora ha represso la serie di proteste di piazza che ne sono seguite. Almeno 24 persone sono state uccise da giugno e dozzine sono state arrestate, tra cui attivisti di alto profilo, membri di partiti di opposizione e gruppi della società civile. Le autorità hanno riconosciuto le vittime, ma non hanno fornito una cifra. 32 persone sono rimaste ferite durante i disordini di questo mese e l’esercito è stato dispiegato per reprimere le manifestazioni programmate nella capitale la scorsa settimana.
Diallo, il leader del principale partito di opposizione UFDG (Unione delle Forze Democratiche di Guinea), lo scorso anno è fuggito dal paese in Senegal per sfuggire alle accuse di corruzione. La settimana scorsa folle inferocite si sono radunate intorno ai parenti e agli amici in lutto per le vittime. Il boicottaggio di un giorno di lavoro è stato lanciato da diversi media privati e punti vendita online in Guinea per protestare contro le restrizioni della stampa e di Internet da parte delle autorità.