Honduras. Le accuse di corruzione e di narcotraffico al presidente Hernández

di Alberto Galvi

Il presidente honduregno Juan Orlando Hernández ha negato nei giorni scorsi di essere stato coinvolto con suo fratello Tony, in una vicenda di corruzione e di traffico internazionale di droga al fine di utilizzare quel denaro come finanziamento per le proprie campagne elettorali e del suo partito il PNH (Partido Nacional de Honduras).
Il governo degli Stati Uniti è sempre stato un convinto sostenitore del governo di Hernández, versando milioni di dollari nel settore della sicurezza per bloccare il traffico internazionale di cocaina diretta verso gli Stati Uniti dal Sudamerica. La lotta al narcotraffico effettuata in questi anni da questo governo ha riguardato le attuazioni delle leggi sul riciclaggio di denaro sporco e la legge sull’estradizione.
Secondo le indagini della DEA (Drug Enforcement Administration), Tony Hernández iniziò a stringere relazioni con i trafficanti di droga, usando l’influenza della sua famiglia nella regione. Il fratello del presidente del paese centroamericano ha partecipato a circa una ventina di omicidi e alla distribuzione di tonnellate di cocaina e di precursori della metanfetamina, pagando milioni di dollari in mazzette ai funzionari del suo paese. Senza contare la complicità del governo stesso nell’aumentare la violenza all’interno del paese propagandosi poi per tutto il Triángulo del Norte.
Secondo i documenti declassificati da un tribunale federale di New York, Tony Hernández e l’ex narcotrafficante Devis Leonel Rivera Maradiaga sono stati gli intermediari tra il presidente honduregno e l’organizzazione di narcotrafficanti dei Los Cachiros, nel 2013 e nel 2014.
Questa associazione lo ha portato ad avere legami con i membri di altri cartelli della droga come quelli dei Los Valle e con i trafficanti di droga colombiani. In questo modo è stato confermato il sospetto del procuratore newyorkese sui presunti coinvolgimenti del presidente centroamericano con esponenti legati al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Il narcotrafficante honduregno Héctor Emilio Fernández è stato arrestato nel suo paese nell’ottobre 2014 ed è stato estradato negli Stati Uniti il 5 febbraio dell’anno successivo con l’accusa, tra le tante a suo carico, di aver corrotto molti funzionari governativi. I pubblici ministeri statunitensi hanno accusato fin dal 2017 il governo di Juan Orlando Hernández e di aver ricevuto 1,5 milioni di dollari in proventi dal traffico internazionale di droga come contributi per le sue campagne elettorali in cambio di protezione.
Oltre al fratello del presidente honduregno anche il figlio dell’ex presidente Porfirio Lobo, Fabio Lobo è stato condannato per traffico di droga nel 2017 e condannato a 24 anni di carcere. Negli ultimi mesi in diverse città del paese si sono svolte diverse manifestazioni di protesta al fine di far dimettere il presidente Hernández e tutti i membri del suo governo in seguito ai piani di privatizzazione nei settori dell’istruzione e dei servizi sanitari.
Le privatizzazioni non ridurranno mai la povertà di questo paese, che negli ultimi 15 anni ha visto migrare più di 1 milione di honduregni per lo più verso gli Stati Uniti attraverso il Messico. Gli omicidi degli ultimi anni legati al narcotraffico hanno reso l’Honduras uno dei paesi più violenti del mondo.