Il Libano è in default

di Guido Keller

Il Libano è ufficialmente in bancarotta, dopo che ieri il primo ministro Hassan Diab ha annunciato in conferenza stampa l’incapacità del paese di pagare il debito estero di 1,2 miliardi di dollari in scadenza per domani. Diab, che si è insediato il 21 gennaio 2020 a seguito della gravissima crisi politica che ha visto quotidiane manifestazioni anche violente di piazza contro il caro vita e la corruzione, ha spiegato dopo la riunione dell’esecutivo che “Il Libano sta sospendendo il rimborso del debito del 9 marzo per poter soddisfare le esigenze dei suoi cittadini. Non si è trattato di una decisione semplice, ma è l’unica soluzione per proteggere l’interesse pubblico, parallelamente al lancio di un piano di riforme globale. La nostra decisione deriva dal nostro attaccamento all’interesse dei libanesi”.
La cosa era in realtà nell’aria da giorni, tant’è che il 2 marzo il presidente dell’Associazione bancaria libanese, Salim Sfeir, si era incontrato con i vertici di diverse banche per fare il quadro della situazione dopo la fuga all’estero di ingenti capitali privati per un valore di 2 miliardi di dollari: sulla spinta delle manifestazioni di piazza, che denunciavano il dislivello fra i molto poveri e i pochi ricchi, il governo aveva imposto alle banche continue restrizioni per la mancanza di liquidità, cosa che ha spaventato investitori e risparmiatori. Di conseguenza oggi il procuratore finanziario Ali Ibrahim ha congelato gli asset di diverse banche del Libano, nella fattispecie di: Bank Audi; Bloom; Fransbank; Byblos; Societe Generale; Bank of Beirut; BankMed; Banque Libano-Francaise; Credit Libanais; Al Mawarid Bank; Intercontinental Bank of Lebanon; Fnb; Lebanon and Gulf Bank; Bbac; Meab; Federal Bank of Lebanon; Bsl Bank; Lebanese Swiss Bank; Bml; Saradar Bank e Cedrus Bank.
La scadenza del 9 marzo è la prima delle tre del 2020, le prossime sono ad aprile e a giugno per un totale di 2,7 miliardi di dollari ai quali si devono aggiungere 2 miliardi di interessi da versare per tutte le emissioni. Diab ha quindi annunciato di essere al lavoro per contrattare e ristrutturare il debito estero, conscio del fatto che gli istituti internazionali come il Fondo Monetario Internazionale potrebbero dare liquidità in cambio di ulteriori restrizioni per una popolazione già stremata da una situazione politica ed economica al collasso.
Il Libano conta 4,3 milioni di abitanti, ma da sempre nel paese si sente forte la presenza di potenze straniere come l’Arabia Saudita e l’Iran, che vi hanno costruito strutture e che controllano settori della politica e movimenti come gli Hezbollah.