In marzo Netanyahu al Congresso Usa. Obama e Kerry si rifiutano di vederlo

di Enrico Oliari

AipacScoppia il caso Netanyahu negli Stati Uniti, dopo che da Tel Aviv si è saputo che, in occasione della visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu, questi pronuncerà al Congresso un discorso che prevede un duro attacco nei confronti dell’Iran.
Per gli uffici della Casa Bianca si tratta di una rottura del protocollo, per cui il presidente Barak Obama ha già fatto sapere di non voler incontrare l’alleato mediorientale, tanto più che la visita suona come uno spot pubblicitario in vista delle elezioni del 17 marzo che si terranno in Israele, dopo che il governo è caduto in seguito al rifiuto delle “colombe”, cioè del ministro delle Finanze Yair Lapid e della responsabile della Giustizia Tzipi Livni, di firmare la proposta di legge governativa sulla proclamazione di Israele quale “Stato ebraico”. Difatti l’invito era per il 17 febbraio, non a caso posticipato al 3 marzo dallo stesso Netanyahu in modo da farlo coincidere anche con la conferenza dell’Aipac, l’American Israel Public Affairs Committee, un gruppo di pressione americano noto per il forte supporto allo stato di Israele.
Il quotidiano israeliano Haaretz ha spiegato oggi che Obama aveva chiesto insistentemente a Netanyahu di non continuare a influenzare i parlamentari statunitensi chiedendo loro di votare nuove sanzioni contro l’Iran, specie ora che potrebbe essere in vista un accordo definitivo fra il “5+1” (Usa, Russia, Gb, Francia, Cina + Germania) e la Repubblica Islamica sul nucleare.
Lo stesso giornale riporta una fonte Usa secondo cui “Pensavamo di aver visto di tutto ma Bibi (soprannome di Netanyahu, ndr.) è riuscito a sorprenderci. Ci sono cose che semplicemente non si fanno. Ci ha sputato in faccia pubblicamente, non ci si comporta così. Netanyahu deve ricordarsi che il presidente Obama rimarrà in carica ancora un anno e mezzo e che ci sarà un prezzo da pagare”.
A rincarare la dose ci si è messo anche il segretario di Stato John Kerry, il quale si è sentito con l’ambasciatore israeliano a Washington, senza che questi facesse accenno all’invito del presidente della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano John Boehner, di intervenire al Congresso: “La pazienza del segretario di Stato non è infinita”, ha fatto sapere una fonte della segreteria, secondo la quale le relazioni fra i due paesi “sono salde”, ma “i giochetti politici con questo rapporto possono minare l’entusiasmo di Kerry come difensore d’Israele”. Per questo motivo anche Kerry ha comunicato il suo rifiuto ad incontrare il premier israeliano.