India. Pochi disordini in Jammu e Kashmir, ad un’anno dall’abolizione dell’autonomia

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Si è tutto sommato contenuta la situazione nello Jammu e Kashmir, dove le autorità indiane temevano disordini e attentati ad un anno dall’abolizione della clausola dell’articolo 370 della Costituzione che attribuiva l’autonomia speciale alla regione. Abitato da quali 13 milioni di abitanti, lo Jammu e Kashmir è lo stato più settentrionale dell’India, e la riforma voluta dal governo centrale lo ha trasformato in due in due unità territoriali direttamente dipendenti da Nuova Delhi. Gli aspri scontri con le autorità, fomentati dal vicino Pakistan e dalla Cina, si sono tradotti con un coprifuoco di sei mesi che ha tagliato fuoril’intera popolazione dal mondo, con comunicazioni ed internet interrotti. Le proteste della popolazione hanno comportato un alto numero di vittime civili e di arresti, ma il Pakistan non intende demordere per quello che reputa un territorio di propria appartenenza e quindi conteso.
Una riunione informale sul tema, portata al Consiglio di sicurezza dell’Onu dove il Pakistan può contare sull’appoggio della Cina, si è conclusa con un nulla di fatto, e l’ambasciatore indiano Trimurti ha potuto commentare che “Un’ altra iniziativa del Pakistan è fallita: la riunione odierna del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che si è tenuta in un locale chiuso e che è stata informale, non ha avuto risultati. Quasi tutti i paesi hanno riconosciuto che il Jammu e il Kashmir sono una questione interna e non meritano il tempo e l’attenzione del Consiglio di sicurezza”.