Iran. Al via l’arricchimento dell’uranio con le centrifughe Ir-6

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L’uscita degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano, il Jpcoa del 2015 sottoscritto da Barak Obama e dai rappresentanti di Russia, Francia, Gb, Cina + Germania (Ue), ma soprattutto la mancata risposta dell’Unione Europea, sta spingendo la Repubblica Islamica dell’Iran a fare altrettanto, ed oggi il numero uno dell’Organizzazione per l’energia atomica di Teheran, Ali Akbar Salehi, ha reso noto in occasione di una celebrazione per il 40mo dell’occupazione dell’ambasciata Usa che “Nel corso degli ultimi 60 giorni di ultimatum ai partner Ue l’Iran ha aumentato di circa 10 volte, portandola a 5 mila grammi, la sua produzione quotidiana di uranio”.
Salehi non sbaglia a prendersela con l’immobilismo dei paesi europei i quali, è bene sottolinearlo, hanno smesso di acquistare gli idrocarburi iraniani dietro la minaccia di ritorsioni espressa da Donald Trump.
“L’Iran – ha spiegato Salehi – sta mettendo in funzione 60 centrifughe avanzate IR-6 nel sito nucleare di Natanz, cioè il doppio di prima”. Si tratta di centrifughe in grado di produrre uranio arricchito a una velocità 10 volte superiore al modello IR-1 di prima generazione.
Va detto che Teheran ha sempre negato l’intenzione di arrivare alla costruzione di una bomba atomica, mentre è in funzione, e come tale necessita di combustibile, la centrale nucleare di Busher, ristrutturata pochi anni fa dalla russa Rosatom e l’unica del Medio Oriente al momento funzionante.
Donald Trump aveva messo la cassazione dell’accordo già nella sua campagna elettorale, ma voci di corridoio della Casa Bianca hanno riferito ai media statunitensi di una sorta di pentimento della scelta, in quanto l’uscita dal Jpcoa verrebbe ad essere un pantano diplomatico di difficile via d’uscita, con il rischio addirittura che si inneschi un’escalation dalle conseguenze imprevedibili. Specie se si pensa che gli ispettori dell’Aiea, l’Agenzia atomica internazionale, hanno sempre riportato del pedissequo rispetto da parte dell’Iran dell’Jpcoa.