Kurdistan Irq. Manovre irachene al confine curdo, si teme un attacco militare alla regione

di Shorsh Surme

Di nuovo soffia il vento di guerra in Iraq tra il governo sciita di al-Abadi e la popolazione curda. Questi ultimi sono sotto accusa da parte del governo centrale di Baghdad per aver svolto il referendum per l’indipendenza del Kurdistan.
Proprio ieri un tribunale federale iracheno ha ordinato l’arresto dei membri della commissione elettorale della Regione del Kurdistan e di tutti funzionari curdi coinvolti nell’organizzazione del referendum del 25 settembre scorso sull’indipendenza; non solo: il primo ministro Haider al-Abadi ha chiesto che il referendum, in cui il 92% degli elettori curdi hanno votato per la secessione, venga annullato.
Ricordiamo che i curdi sono il quarto gruppo etnico più grande del Medio Oriente, ma non hanno mai ottenuto uno stato nazionale nonostante abbiano tutti i requisiti per essere uno stato.
Ciò che ha allarmato la popolazione curda, che ancora oggi combatte i tagliagole dell’Isis, è stato l’annuncio del Consiglio di sicurezza della regione del Kurdistan che con un tweet dell’11 ottobre ha annunciato un attacco imminente da parte delle forze irachene alla regione curda. Le parti coinvolte includono la milizia sciita Hashd al-Shaabi (corpo simile ai Pasdaran iraniani) e l’esercito federale iracheno. Secondo il consiglio di sicurezza, le forze irachene starebbero per attaccare il Kurdistan da diversi fronti, tra cui la parte meridionale e occidentale di Kirkuk e a nord di Mosul.
Le minacce arrivano anche dell’Iran degli ayatollah e dalla Turchia di Erdogan, che sta facendo manovre militari congiunte con le forze irachene al confine con il Kurdistan.
Tutto questo sta passando sotto il silenzio totale sia dell’Unione Europea sia degli Stati Uniti.