Kuwait. La Corte costituzionale ha dichiarato nulle le elezioni parlamentari dello scorso settembre

di Alberto Galvi

Sono state dichiarate nulle dalla Corte costituzionale del Kuwait le elezioni parlamentari dello scorso settembre, nelle quali aveva vinto l’opposizione. La precedente assemblea dovrà così essere reintegrata.
Il governo del Kuwait si è dimesso solo tre mesi dopo aver prestato giuramento a causa di controversie con i deputati: si trattava del sesto governo in soli tre anni.
Il Parlamento era stato sciolto nel 2020 con un decreto del principe ereditario Sheikh Meshal al-Ahmad al-Jaber al-Sabah al fine di porre fine alle prolungate faide politiche che hanno ostacolato la riforma fiscale.
Negli ultimi dieci anni erano rimaste fuori dalle elezioni molte figure dell’opposizione a causa di quella che, secondo loro, era un’ingerenza delle autorità esecutive sul Parlamento. Gli attriti tra il Parlamento eletto e il governo seguono la riconferma questo mese del primo ministro del paese, il cui governo si era dimesso a gennaio in una situazione di stallo con il Parlamento.
Il governo non riconosce alcun partito politico né ne consente la formazione, sebbene nessuna legge formale vieti i partiti politici: ha comunque alla trascorsa legislatura maggiore influenza rispetto a organismi simili in altre monarchie del Golfo. I frequenti litigi politici hanno portato a rimpasti di governo e allo scioglimento del Parlamento, ostacolando gli investimenti e le riforme volte per ridurre la forte dipendenza del paese dalle entrate petrolifere.
La stabilità politica in Kuwait è dipesa tradizionalmente dalla cooperazione tra governo e Parlamento. Mentre la leadership del Kuwait ha risposto ad alcune richieste dell’opposizione con un blocco legislativo, come la grazia dei dissidenti politici e la legge sul debito pubblico.