La Federazione Nazionale Stampa Italiana chiede giustizia per Shireen Abu Akleh

di Silvia Boltuc –

La Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 9 giugno dal titolo “Morire per informare”, ha lanciato un appello affinché si faccia luce sull’uccisione della giornalista palestinese inviata di al-Jazeera, Shireen Abu Akleh. La FNSI ha posto l’accento sulla difficoltà di esercitare la professione giornalistica nei territori palestinesi occupati. Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI, ha fatto eco alla mozione presentata nel corso del 31mo Congresso della Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) contro l’impunità dei crimini ai danni dei reporter mentre svolgono il proprio lavoro sul campo.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi visiterò Israele il 13 e 14 giugno per discutere di energia ed in particolare del gasdotto Eastmed, una struttura di 1.900 chilometri che potrebbe trasportare gas dal Mediterraneo orientale fino all’Europa attraverso la Puglia. La presidente del Comitato permanente per i Diritti Umani della Camera, Laura Boldrini, di ritorno dal suo viaggio tra Sheikh Jarrah e Masafer Yatta si è rivolta al presidente del Consiglio affinché affronti nel corso del suo viaggio il tema “delle colonie” e della loro illegalità sancita dal diritto internazionale.
Diverse le personalità intervenute alla conferenza della FNSI per ricordare Shireen e unirsi alla richiesta di giustizia: il già citato Lorusso, Tony Abu Akleh, fratello di Shireen Abu Akleh, Nasser Abu Bakr, presidente del sindacato dei Giornalisti palestinesi, Abeer Odeh, Alto rappresentante della Palestina in Italia, Luisa Morgantini, ex vicepresidente del Parlamento europeo, Nacera Benali, giornalista algerina della Rete NoBavaglio, Tina Marinari, coordinatrice campagne Amnesty International Italia, Michele Giorgio, corrispondente dalla Palestina per il Manifesto, Talal Khrais, coordinatore delle relazioni internazionali per l’associazione di amicizia italo-araba Assadakah, nonché gli ambasciatori della Lega Araba, dello Yemen e della Giordania.
Un importante studio legale londinese porterà il caso di Shireen Abu Akleh alla Corte Penale Internazionale. Questo fa seguito ai rapporti di Amnesty International che definiscono la condizione del popolo palestinese uno stato di Apartheid e alla condanna dell’ONU per le politiche israeliane come causa delle continue ondate di violenza.
Il 5 maggio 2022, in occasione della Giornata dell’indipendenza israeliana, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva auspicato che Italia e Israele potessero “confermare e rafforzare il loro impegno costante per la pace, la stabilità e la sicurezza della comune regione euro-mediterranea”. Ciononostante Luisa Morgantini ha denunciato la connivenza di una parte della politica europea ed italiana rispetto alle politiche di occupazione israeliane. “Non c’è giustizia in Palestina”, ha affermato Morgantini, “c’è una narrativa totalmente rovesciata. Chi è occupato militarmente, colonizzato, non viene riconosciuto. Non c’è reazione e azione concreta da parte delle istituzioni italiane ed europee davanti alle violazioni documentate ai danni dei palestinesi”. Morgantini ha parlato anche delle pressioni subite da molti giornalisti affinché si taccia su ciò che avviene in Palestina e ricorda l’omicidio del reporter italiano Raffaele Ciriello, ucciso da sei colpi sparati da un carro armato israeliano. Il fratello di Shireen, Tony Abu Akleh, ha chiesto prese di posizione internazionali che vadano oltre la semplice condanna per portare i responsabili del delitto davanti alla giustizia. Secondo Tony Abu Akleh, l’Italia e gli Stati Uniti grazie ai forti rapporti economici e commerciali con Israele hanno il potere di fare leva su Tel Aviv per ottenere giustizia. L’Alto rappresentante Abeer Odeh, nel suo ricordo commosso di Shireen ha affermato che la reporter “è diventata la storia che ha raccontato per 25 anni. La storia di Shireen è la storia di ogni palestinese. La sua uccisione mostra al mondo il sistema politico di Israele”. Raffaele Lorusso ha sottolineato che la risoluzione del conflitto israelo-palestinese deve continuare ad occupare un ruolo importante nell’agenda della politica italiana e si esprime in favore della soluzione dei due stati. Ha inoltre richiamato il Congresso mondiale della IFJ, che si è aperto con il ricordo di Shireen ed ha visto i sindacati dei giornalisti di tutto il mondo chiedere con forza giustizia per la sua uccisione.