La Grecia, tra povertà e estremismi

di Andrea Castaldo

grecia protesta militanteLa Grecia, a seguito della crisi economica iniziata nel 2008, è stata ed è tuttora il Paese europeo più esposto ad un possibile default. Ormai non passa giorno senza che nelle principali città greche (Atene e Salonicco) ci siano scioperi e proteste da parte dei cittadini esasperati. La capitale, un tempo pullulante di negozi e di locali e con una vivace vita notturna, sembra ormai lontana dall’antica opulenza. Adesso per le vie di Atene si scorgono negozi chiusi e marciapiedi affollati da schiere di persone che solo qualche anno fa avevano una casa e un lavoro e che ora sono intenti a chiedere l’elemosina. Il dato più preoccupante però ce lo fornisce un rapporto redatto dal Comitato greco dell’UNICEF e dall’Università di Atene, dove si afferma che più di 400mila bambini vivono al disotto della soglia di povertà. la situazione è dura, purtroppo, non solo per i disoccupati ma anche per chi ha ancora un lavoro o riceve la pensione, a causa dei continui tagli di spesa e aumenti di tasse. La politica di austerity attuata dal governo negli ultimi tempi ha colpito pesantemente anche molte aziende greche sopravvissute alla crisi del 2008. Uno dei settori maggiormente colpito è stato quello dell’editoria, soprattutto a causa della riduzione degli introiti pubblicitari. La principale televisione greca privata (Alter), infatti, a dicembre del 2011 ha chiuso i battenti. Subito dopo è stato il turno di Elefterotipia (Stampa Libera), il secondo quotidiano greco, fondato nel 1975, che dopo essere stato abbandonato dalla società editrice è stato salvato dai propri dipendenti attraverso l’istituzione di un comitato di redazione.
Il clima di instabilità e malessere ha avuto ripercussioni anche sullo scenario politico. Con l’inizio della crisi, infatti, il partito di estrema destra “Chrysi Avgi”, ovvero “Alba Dorata”, ha riscosso sempre più consensi.
Questa formazione politica, che si rifà (non troppo velatamente) all’ideologia neonazista, anche se i militanti preferiscono definirsi nazionalisti, prima della crisi e delle misure di austerity era sempre rimasta ai margini della scena politica ellenica.
I Greci, nonostante la congiuntura economica negativa a causa della quale si sono non poco impoveriti e la sempre più crescente sfiducia nei confronti dei partiti, nelle elezioni di giugno hanno deciso di dare fiducia al partito di centro destra, Neo Democratia. Anche se, non bisogna dimenticare che molti greci, in queste elezioni, hanno promosso formazioni politiche estremiste, come appunto “Alba Dorata”, che ha visto aumentare i propri consensi registrando una percentuale di voti pari al 7%, conquistando, di fatto, 18 seggi in Parlamento. Questo movimento di estrema destra, fondato e guidato da Nikolaos Michaloliakos, è riuscito ad aumentare la percentuale dei voti grazie ad un programma politico incentrato prevalentemente sul problema dell’immigrazione (facendo leva sulle paure che la stessa genera) e sulla forzata politica di austerity imposta alla Grecia dall’Unione Europea per uscire dalla crisi finanziaria.
Il problema degli immigrati riscuoteva particolare attenzione anche prima della crisi economica. In Grecia, ogni giorno arrivavano non solo immigrati regolari, ma anche una moltitudine d’immigrati irregolari. Con l’aggravarsi della situazione economica, l’avversità della popolazione per l’immigrazione, sia essa regolare o irregolare, è cresciuta in particolare fra l’elettorato greco appartenente alle fasce più povere della popolazione. Ed è proprio su tale fascia sociale che ha fatto leva la propaganda di “Alba dorata”. Nelle periferie più degradate d’Atene, dove la percentuale d’immigrati è maggiore, il partito di estrema destra è arrivato a prendere più del 20% dei consensi. Inoltre molti militanti del movimento hanno lavorato per aumentare il consenso tra la popolazione promuovendo attività di aiuto e assistenza alle persone anziane e a quelle in difficoltà. Gli stessi si sono resi però anche responsabili di aggressioni e pestaggi nei confronti dei gay e degli immigrati.
Una domanda però sorge spontanea: chi è e da dove viene Nikolaos Michaloliakos, il leader di Alba Dorata? Ma soprattutto, da chi è finanziato? Molti giornalisti già da tempo denunciano il coinvolgimento nel partito di “Alba Dorata” di ex militari ed esponenti del regime dei Colonnelli che ha governato il Paese dal ’67 al ’74. Il leader del movimento, infatti, ha militato per un anno, dal ‘84 al ’85, nell’Unione Politica Nazionale di Georgios Papadopoulos, promotore del colpo di stato del ‘64. La Grecia, che come abbiamo visto si muove tra povertà ed estremismo, sarà capace di riconquistare il suo meritato posto (ricordiamoci che la Grecia è stata la culla di una civiltà che ha insegnato la democrazia e la cultura al mondo intero) tra le moderne democrazie europee, o soccomberà schiacciata dagli estremismi e finirà nella deriva populista che vedrà il tramonto del sogno europeo?