La Somalia taglia i rapporti diplomatici con il Kenya

Il 20 dicembre vertice a Gibuti per prevenire un’escalation politica e diplomatica.

di Alberto Galvi

Il governo somalo ha annunciato che taglierà i rapporti diplomatici con il vicino Kenya accusando il governo di ricorrenti interferenze nei suoi affari politici proprio nel momento in cui Mogadiscio prepara le tanto attese elezioni previste per l’inizio del 2021. La mossa è arrivata dopo che il governo del Kenya ha ospitato in modo ufficiale la leadership del Somaliland, lo Stato secessionista composto da sette provincie settentrionali della Somalia autoproclamatosi indipendente ed in una situazione di conflitto sia con il governo centrale che con un’altra regione somala, il Puntland, per una questione di territori contesi. Il Somaliland, che ricalca l’ex Somalia Britannica, si è autoproclamato Repubblica nel 1991 e non gode del riconoscimento di nessun paese; conta circa tre milioni e mezzo di abitanti, la capitale è Hargheisa.
Le relazioni tra la Somalia e il Kenya si sono deteriorate a partire dal 29 novembre, quando la Somalia ha richiamato l’ambasciatore per consultazioni. A Mogadiscio il ministro dell’Informazione Osman Abukar Dubbe ha intimato ai diplomatici kenioti di lasciare il Paese entro sette giorni e allo stesso tempo ha richiamato da Nairobi gli inviati del proprio paese.
Il Kenya è intervenuto nelle questioni interne somale dopo essere stato accusato di dare ospitalità a Abdirashid Hassan Abdinur, un ex ministro della Sicurezza del Jubaland (Oltregiuba) evaso da una prigione a gennaio. Il ministro è fuggito da una prigione di Mogadiscio il 28 gennaio, dove era detenuto dal 31 agosto dello scorso anno con l’accusa di crimini vari tra cui uccisioni, torture e detenzioni illegali.
Il Kenya ha fatto sapere di non avere una presenza diplomatica in Somaliland, ma ha elogiato la regione resasi indipendente come partner importante nella regione del Corno d’Africa nella lotta al terrorismo e in particolare nei confronti degli estremisti qaedisti di al-Shabaab, che conducono una violenta campagna contro il governo somalo sostenuto dalla comunità internazionale.
L’annuncio è arrivato solo un giorno dopo che il presidente keniota Uhuru Kenyatta ha ricevuto a Nairobi il presidente dell’autoproclamata regione indipendente del Somaliland, Muse Bihi Abdi. Il Kenya ha affermato di voler migliorare e ampliare i rapporti commerciali e gli investimenti con il Somaliland.
Sebbene le relazioni tra Somalia e Kenya si siano deteriorate, il Kenya ha migliaia di truppe in Somalia come parte della missione AMISOM (African Union Mission to Somalia) dell’Unione Africana per la lotta agli al-Shabaab, nonché navi della Marina che già in passato hanno bombardato Mogadiscio provocando il ripiegamento degli jihadisti.
Il governo centrale somalo ha lamentato anche il sostegno del Kenya ad Ahmed Madobe, presidente dello Stato somalo dell’Oltregiuba, il quale è in contrasto con Mogadiscio sulla data delle prossime elezioni in Somalia.
Madobe è un alleato chiave del Kenya contro al-Shabaab, i cui miliziani hanno spesso organizzato attacchi con numerose vittime oltreconfine prendendo di mira obiettivi soprattutto civili, come nel 2013 avvenne al centro commerciale Westgate Mall di Nairobi (67 morti). L’Oltregiuba è un territorio strategico per i due Paesi nella lotta agli estremisti qaedisti in quanto funge da territorio cuscinetto tra la Somalia e il Kenya.
Non è ancora chiaro se la Somalia chiederà il ritiro delle truppe del Kenya che hanno sede nell’Oltregiuba, ma le autorità locali accusano Mogadiscio di cercare di rimuovere il presidente Ahmed Madobe e di mettere un lealista al suo posto per aumentare il controllo del governo centrale.
Nairobi ha in passato accusato Mogadiscio di usare il Kenya come capro espiatorio per i propri problemi politici interni. La Somalia ha convocato per il 20 dicembre una riunione dei capi di Stato delle nazioni dell’Africa orientale a Gibuti per discutere delle divergenze in corso con il Kenya.
I due Paesi hanno in corso anche una controversia marittima pendente dinanzi alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia, la cui audizione si terrà a marzo del 2021, che verte su quale direzione si estenda il confine dei due Paesi nell’Oceano Indiano.
Le elezioni presidenziali e parlamentari somale dovrebbero essere effettuate all’inizio del 2021, ma il processo è stato ostacolato dalle lotte politiche intestine tra il governo centrale somalo e i leader regionali del Paese.