Le possibili cause dell’incidente dell’Uss Connecticut

di Giovanni Caprara

Il comando della 7ma Flotta statunitense, con base in Giappone, afferma che il sommergibile USS Connecticut ha impattato una montagna sottomarina nell’area Indo-Pacifica dove stava operando. In realtà pare fosse in navigazione nel Mar Cinese meridionale, e questo avvalorerebbe le proteste cinesi che hanno chiesto agli Stati Uniti se ci siano state fughe radioattive tali da pregiudicare le attività di pesca in quella che Pechino dichiara essere sua zona esclusiva.
La giustificazione della Marina Militare ha un fondamento, perché i fondali marini e oceanici sono mappati per l’80%, ma quel tratto solo al 50%, proprio per contenziosi con la Cina. La conformazione del fondo marino viene rilevata da unità di superficie appositamente costruite per queste missioni. Con l’ausilio di un sonar, sono in grado di osservare e mappare tutte le asperità dei fondali, ma, evidentemente, non in aree contese.
I sommergibili hanno la possibilità di identificare qualsiasi ostacolo si possa trovare nella linea di navigazione con i sonar attivi, ma non possono usarli in quanto sarebbero tracciati immediatamente dagli avversari a causa del rumore che produce tale apparato. Dispongono anche di un sonar passivo, capace di ascoltare qualsiasi rumore prodotto negli abissi, ma una montagna sottomarina non emette alcun suono, pertanto è rimasta non visibile all’equipaggio.
Per meglio comprendere l’accaduto, è possibile iniziare dai danni subiti, sia da quelli ufficiali, quanto da quelli osservati dalle immagini satellitari: le casse di zavorra anteriori sono rimaste distrutte nell’impatto e la cupola del sonar è stata strappata. Sembra che i vertici della Marina stiano valutando il prepensionamento dell’unità, e questo è il segno di quanto i danni siano ingenti e non riparabili, almeno nel breve-medio termine. Tutto ciò suggerirebbe che il Connecticut forse stava navigando ad alta velocità, in tal caso rimane da capirne la ragione. Innanzitutto, il rumore prodotto dal reattore ad alti regimi ingenera rumore tale da poter essere ascoltato, vanificando perciò la furtività, elemento essenziale di una unità sommersa. I motivi per i quali un sommergibile debba rinunciare alla sua componente essenziale, è perché è in fuga, oppure lanciato in un inseguimento. Queste ipotesi appaiono fantasiose in quanto configurerebbero uno scenario di guerra. Forse il Comandante ha ordinato un cambio di rotta e profondità, non aumentando la velocità, ma con una manovra repentina. La supposizione è che il battello sia stato sottoposto a una variazione rapida di quota e abbia impattato la montagna. Anche in questo frangente, la decisione è stata necessaria per evitare di rimanere negli schermi acustici avversari, o per captare segnali ostili. Infatti, questa unità ha anche specifiche apparecchiature per intercettare le comunicazioni nemiche. Che la cupola sonar sia stata coinvolta nell’incidente, rimane però una eventualità, in quanto la sua mancanza è evidente solo nelle immagini satellitari e potrebbe essere stata rimossa dai tecnici per valutare i danni alle casse di zavorra, ufficialmente l’unica ingiuria riportata dall’USS Connecticut. In tal caso, prende forma l’ipotesi più accettabile: le immagini satellitari rivelano la totale assenza di danni sulla parte superiore del battello, e ciò testimonierebbe ineluttabilmente che l’impatto non è stato frontale. Perciò il sommergibile ha colpito la montagna con la sua parte inferiore. Il colpo subito dovuto alla variazione altimetrica potrebbe aver coinvolto anche la sfera del sonar, naturalmente, ma le fotografie, con o senza il sonar, suggeriscono che l’USS Connecticut abbia effettuato una rapida manovra di immersione e si sia arenato sull’altura sottomarina.
Il motivo di tale necessità, quasi sicuramente non verrà mai rivelato, ma le possibilità enunciate sono le uniche ragionevoli.